#accaddeoggi 12 maggio 1974: Referendum abrogativo sul divorzio
Vince il NO: il divorzio resta
Nel nostro paese, al di là di qualche iniziativa fine a se stessa, si cominciò a parlare seriamente di divorzio durante la seconda parte degli anni Sessanta, complice un rinnovato clima culturale.
Loris Fortuna, deputato socialista, presentò per primo un disegno di legge in Parlamento, integrato successivamente dal testo di Antonio Baslini, liberale.
Comunisti, Liberali, Radicali e Socialisti, mai così uniti, ottennero il 1° dicembre del 1970 un risultato epocale, ossia l'approvazione della legge che autorizzava lo scioglimento dei matrimoni, ribattezzata come "Legge Fortuna-Baslini".
L'opposizione del mondo cattolico fu tempestiva e veemente. Fu indetta una raccolta firme finalizzata alla richiesta di un referendum abrogativo. Depositate oltre un milione di firme, il referendum fu fissato, dopo un primo rinvio, il 12 maggio del 1974.
La campagna referendaria a favore dell'abrogazione, condotta principalmente dalla Democrazia Cristiana, fu accesa ed aggressiva, caratterizzata dall’assoluta indisponibilità al dialogo con la controparte.
Il giorno del referendum arrivò e si recarono alle urne oltre 33 milioni di italiani, pari all’87,7% degli aventi diritto. Il fronte del NO, contrario all’abrogazione, si impose con circa il 59% delle preferenze e si materializzò per il mondo cattolico una sconfitta senza precedenti.
La gran parte dei quotidiani, all’indomani dello spoglio, esultò sottolineando la vittoria della ragione, del diritto e della civiltà.
Il divorzio in Italia: partiti, chiesa, società civile dalla legge al referendum
12/05/2017