#accaddeoggi 9 maggio 1978: Peppino Impastato viene ucciso dalla mafia
Il sacrificio di un giovane in nome della legalità
Giuseppe Impastato nacque a Cinisi nel 1948. La sua famiglia era in stretto contatto con “cosa nostra”: il padre Luigi, infatti, era amico del boss locale Gaetano Badalamenti.
Il giovane Peppino rifiutò fin dall’adolescenza il modello di vita a cui avrebbe dovuto sottostare e trovò un importante punto di riferimento nel pittore comunista Stefano Venuti, considerato alla stregua di un secondo padre.
Il percorso politico intrapreso portò il ragazzo a lanciare e dirigere un giornalino, “L’idea socialista”, con cui sostenne con sempre maggiore assiduità le idee di ribellione alle angherie imposte dalla malavita organizzata.
“Radio Aut”, fondata nel 1976, rappresentò una vera e propria dichiarazione di guerra contro la mafia. Divenne presto un personaggio scomodo. La scomparsa del padre e la sua candidatura alle elezioni comunali del 1978 gli costarono una sostanziale condanna a morte.
Peppino Impastato fu ucciso nella notte tra l’8 e il 9 maggio 1978. Il corpo, reso irriconoscibile per una carica di tritolo, fu ritrovato lungo i binari della linea ferroviaria Palermo-Trapani.
Per le forze dell’ordine si trattò di un fallito attentato terroristico e soltanto nel 1984 fu accertata l’origine mafiosa dell’omicidio. I colpevoli, invece, furono arrestati dieci anni più tardi.
Oggi Peppino Impastato è una delle figure cardine dell’intero movimento antimafia.
09/05/2017