(im)probabili assonanze #4

Francesca Lupo e Enzo Massa Micon

La quarta (im)probabile assonanza: pone in dialogo l’opera tridimensionale di Francesca Lupo e quella bidimensionale e fotografica di Enzo Massa Micon. Modi distinti di operare sulla proposta di “apporre un pensiero sul tema del viaggio” a partire da una macchinina di cemento e legno.

Francesca Lupo utilizza la tecnica del collage: crea, sull’oggetto dato di forma rotondeggiante e di colore grigio, una composizione ricca di colore, di apparente movimento e di ridefinizione delle forme complessive. Animali di carta si appoggiano sulla piccola automobile come se fosse una nuova Arca di Noè: appaiono in attesa, osservano il mondo, ci osservano, guardano il cielo. Il loro viaggio sembra essersi fermato un istante; forse per dare a noi il tempo di guardare quest’insieme così variopinto, perfetto come solo la natura sa esserlo e per ricordarci invece della nostra imperfezione e del nostro modo disattento di vivere. O forse solo per meravigliarci perché come dice Francesca “il viaggio è soprattutto riempirsi gli occhi di meraviglia”, basta saper guardare.

Rimanendo nell’atmosfera magica dello stupore e della carta, l’associazione è andata a Bestiario pop-updi Iris de Vericourt per la casa editrice mantovana Corraini (2011).

Un libro rettangolare (guarda caso risuona anche con l’opera di Enzo Massa Micon), lungo e stretto, diviso in tre fasce orizzontali; ciascuna area contiene una parte di un animale che può essere ricostruito nella sua interezza trovando i tre segmenti corrispondenti oppure si può giocare ad immaginare fantasiosi esseri viventi colorando il mondo con nuove presenze.

La carta, in entrambi gli oggetti, macchinina e libro, viene ricercata, modellata, piegata, mesa in foggia per dare vita a nuove visioni, sorprendenti, imprevedibili e affascinanti.

Enzo Massa Micon lavora con la fotografia e preleva “rettangoli” dalla realtà. Operazione compiuta anche sulla macchinina donatagli dall’artista Alberto Gambale. Gli scatti sull’oggetto sono multipli e ricomposti propongono i tanti lati e aspetti del manufatto. Un “cubismo fotografico”: un oggetto, molti punti di vista, una ripresa bidimensionale, una resa tridimensionale. Nonostante l’immagine sia frontale possiamo percepire l’automobilina in tutta la sua scultorietà e il nostro “saper guardare” il mondo viene indirizzato ai tanti aspetti che è necessario considerare prima di “apporvi un pensiero complessivo”.

Formas Colores Númersos di Dario Zeruto, edito dalla casa editrice barcellonese Edebe nel 2018 gioca con gli stessi concetti e in effetti siamo parlando proprio di un libro-gioco che lavora con il multiplo, dividendolo, scomponendolo, trasformandolo. Chiunque lo prenda in mano può creare le sue composizioni, le sue narrazioni figurative e/o astratte, inventando un mondo fatto di cerchi, rettangoli, quadrati, triangoli, rombi, di tanti colori e grandezze differenti. Si può divertirsi a trovare le stesse forme o contrapporre colori o ancora numerare le figure, narrando storie più o meno verosimili.

La fantasia e la creatività di ciascuno viene messa in gioco e sta al lettore trovare la chiave di lettura di un libro che forse libro non è, così come sembra affermare Enzo con la sua opera: sta alla persona che guarda ricomporre il mondo in una visione comprensibile e organica.

redazione
parte di: ipensieriinviaggio

18/09/2020