BENessere adolescente
Vorrei
progetto fotografico di Claudia Corrent
Il progetto di promozione al libro e alla lettura “BENessere adolescente” comprende anche una piccola esposizione fotografica. Le sei immagini, facenti parte di un insieme più numerose, sono opera della fotografa freelance Claudia Corrent, che da Bolzano guarda il mondo con un occhio delicato, mai intrusivo, spesso nascosto.
L’attenzione professionale di Claudia si rivolge al paesaggio e alle persone che lo abitano: le interessano i “luoghi”, il loro manifestarsi quali identità specifiche delle culture. Ecco allora i progetti sulle “Isole”, sulla “Tunisia”, sull’“Egitto”, sulla “Grecia” e su molte altre aree geografiche che ha visitato imbracciando la macchina fotografica. Questo all’inizio della sua attività. Oggi Claudia sembra aver spostato i propri interessi all’analisi della “memoria”, che sia quella di un periodo o di un momento – il rapporto tra madre e figlia, i cinquantanni di vita insieme dei propri genitori, il lockdown della primavera 2020 – o di un territorio – quello dell’Alto Adige, della montagna antica -. Sono gli archivi che attirano i suoi occhi e l’espressione artistica si intreccia alla tecnica della sovrapposizione di visioni diacroniche, come nel progetto “Altered landscape” o in “Per te, per ricordarti spesso” che indaga l’identità privata di Claudia e quella collettiva, di persone mai effettivamente incontrate e conosciute, storie famigliari vicine e lontane. L’immagine iniziale è una fotografia d’archivio, che viene destrutturata e fusa con un paesaggio moderno giocando con i rimandi della memoria e della sua capacità di aderire o meno al dato di realtà. Il lavoro artistico mette in biblico la capacità di ricordare regalando, in qualche modo, il pensiero che si possa riparare il passato, che sia possibile rielaborare, ripensare e rimaneggiare ciò che è già accaduto. A Claudia Corrent interessano le persone, i loro vissuti, le identità della gente, la loro esistenza, passata e futura, inserita in un paesaggio che è loro proprio, in simbiosi e affinità con l’espressione di sé e di ciò che è stato.
Se avete voglia di approfondire il lavoro di Claudia Corrent, ecco il suo sito:
https://claudiacorrent.carbonmade.com/
Il progetto fotografico “Vorrei”, esposto a Trento, nelle vetrine di fronte alla Biblioteca della Provincia è stato realizzato nel 2012, con studenti, adolescenti tra i 14 e i 19 anni, delle scuole professionali bolzanine. La forma esteriore è quella del dittico: da un lato il ritratto della ragazza o del ragazzo, dall’altro un suo scritto, la memoria di ciò che lui, in quel momento della vita, desidera diventare: il suo sé futuro.
Un’espressione antica, quella del dittico, così come lo scritto diventa un rimando ai cartigli di medievale memoria, nei quali il committente o l’autore dell’opera lasciavano traccia visiva del loro esistere e del loro operare nel mondo.
L’obiettivo professionale della fotografa era quello di portare l’attenzione sul sistema-lavoro di cui tutti facciamo parte, mostrandocelo con gli occhi di chi sta per entrarvi per la prima volta. I giovani studenti ritratti sono ancora in un limbo in cui la giovinezza è carica di sogni, di energia, ma anche di obiettivi, di immagini future ricolme di aspettative. Ognuno di loro restituisce allo spettatore una parte di sé, della sua personalità in divenire, posando per Claudia Corrent con libertà e intensità. I toni sono quelli chiari, luminosi, nessuna violenza nei colori, con la luce che avvolge tutto anche chi osserva che diventa parte dello stesso ambiente dei ritratti, sentendosi parte della volontà dei ragazzi. I dittici sono una sorta di libretto anagrafico o libretto di lavoro delle personali ambizioni di giovani adulti che all’inizio della seconda decade del XXI secolo stanno procedendo nella costruzione della loro identità, personale e sociale. Tante sono le espressioni di volontà, le più diverse: c’è chi pensa alla propria felicità, chi vuole diventare così grande da essere riconosciuto da tutti, chi vuole fare il meccanico perché ci “sta bene” in quel mestiere, c’è chi vuole sentirsi solo “libero”. Chissà se oggi quei ragazzi si rispecchiano ancora in quei desiderata, se le loro vite sono andate nella direzione governata dai loro pensieri o hanno intrecciato percorsi inaspettati. Chissà… ma forse non è questo l’importante!
17/11/2020