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Il segreto della fontana blu

Kyung-Sik Choi

I risguardi arrivano subito dopo la copertina. In parte sono attaccati alla loro ‘coperta’.

Un pensiero narrativo perciò è già iniziato: il lettore è già entrato nel ‘giardino segreto’ del libro, seppur ancora in punta di piedi. La mente ha già aperto un varco all’immaginazione e si prepara a spaziare nel tempo e nello spazio. Copertina e risguardo sono le prime frecce che l’autore o gli autori scoccano verso gli occhi del riguardante.

Copertina e risguardo pongono in uno stato di allerta, di attesa, di suspense!

Il segreto della fontana blu di Kyung-Sik Choi per Terre di mezzo Editore del 2017 intreccia la tensione dell’attesa del lettore a una sapiente dimensione registica della narrazione.

La copertina presenta un bambino felice: capelli al vento, braccia aperte, sorriso ampio, in compagnia di un cagnolino, non altrettanto sereno, che guarda verso il basso.

Tutti e due i personaggi si trovano sulla punta della bocca semiaperta di un’enorme cetaceo. I denti non si vedono. Paura, felicità, tensione, gioia: il gioco degli opposti.

Il segno è quello della matita sottile a tratteggio, ravvicinato o distanziato, oppure a puntini fini fini. Il colore predominante è il nero, in contrasto con il bianco dello sfondo e con un solo tono di colore, quello del celeste, che costruisce una piccola superficie marina a bordo copertina.

Una volta che si gira pagina, il colore del mare prende il sopravvento. Le linee si fanno ondulate, i tratteggi laterali, uno accanto all’altro, precisi, ordinati a costituire lunghe strisce sinuose e armoniche. L’impressione è quella di un movimento ondulatorio. E se si fissa per un po’ l’immagine, l’occhio incomincia a muoversi, oscilla anch’esso, da una striscia all’altra o da destra verso sinistra o da sinistra verso destra. Un continuum. La doppia facciata si trasforma in un mare di onde e introduce nella mente del lettore un altro protagonista del racconto: l’acqua, l’acqua profonda, dove nulla si vede se non il suo movimento armonico, il suo muoversi nelle tante direzioni, a seconda delle correnti.

La voglia è quella di andare a sbirciare il risguardo finale per scoprire che è identico: un’apertura e una conclusione senza alcuna differenza. Un ciclo.

Ecco che allora dentro le pagine di questo albo dell’artista coreano il lettore si aspetta un movimento circolare, dove tutto può succedere – questo ancora non si sa – ma dove si è certi anche di poter ritornare al punto di partenza.

A voi la lettura di tutto l’albo, sperando che i risguardi non abbiano ingannato!

redazione
parte di: riSGUARDI

15/04/2021