La Stagione di Prosa 2019-2020 del Santa Chiara

Teatro come specchio del contemporaneo: ecco filo conduttore della Grande Prosa. Si inizia il 7 novembre al Teatro Sociale

Dalla tragedia di Stava all’impegno della donna per la conquista della parità; dall’esplorazione del tema della morte a quello dell’integrazione; e ancora, il rapporto tra cultura e società in tempo di guerra, le contraddizioni del vivere, un viaggio nella memoria e nella dimensione dell’autismo: la nuova stagione teatrale - curata quest’anno dal direttore del Centro Servizi culturali Santa Chiara Francesco Nardelli – guarda ai grandi temi del contemporaneo in un’ottica particolare: “Mi sono posto nelle vesti non solo di programmatore ma anche di fruitore per cogliere uno dei possibili sensi del teatro, che accanto all’approfondimento e alla capacità espressiva tipici della letteratura e della cultura in genere, è anche uno straordinario specchio del contemporaneo, in cui lo spettatore percepisce attraverso la visione e l’emozione, quanto spesso coglie nella vita quotidiana”.

Prima di scendere nei dettagli del programma, Nardelli mette in luce alcuni degli elementi di novità e di continuità rispetto alle precedenti edizioni. L’apertura della stagione al teatro Sociale e non più al Cuminetti, innanzitutto.

“Raccolgo l’eredità pesante di una prosa solidamente cresciuta sotto la direzione di Marco Bernardi, al quale mi sono in parte ispirato nel concepire il programma, nel rispetto di alcuni elementi cardine quali il principio di garantire alla piazza di Trento una proposta di qualità, unita a una varietà dell’offerta, seppur io abbia cercato di pervenire a una maggiore amalgama concettuale”, spiega. 

L’idea di teatro come specchio del contemporaneo diventa quindi il filo rosso del programma della Grande Prosa, che si confronta con i temi cruciali per l'umanità: il perché dell’esistenza, la morte, il caso, l'ambiguità, il mistero, la presenza del divino. Un concetto di contemporaneità inteso non dal punto di vista del linguaggio utilizzato, ma dell’attenzione, dunque, ad argomenti inseparabili dall'umano. Non manca la prospettiva territoriale, sia dal punto di vista dei temi, sia da quello della valorizzazione delle capacità artistiche che vi operano. In tal senso, l’inizio e la fine - sia della stagione della Grande Prosa sia di Altre Tendenze - è riservato a spettacoli di affermate realtà regionali.

Tra i grandi nomi della stagione, celebri autori del passato, messi a confronto con autori affermati del teatro contemporaneo, e alcuni tra i volti più noti del palcoscenico e del grande schermo come Alessandro Haber, Anna Foglietta, Paolo Calabresi, Sergio Rubini, Luigi Lo Cascio, Elio De Capitani e Natalino Balasso,

L’inaugurazione, giovedì 7 novembre, è con 19 luglio 1985, una tragedia alpina, su testo di Filippo Andreatta, drammaturgia di Marco Bernardi. “Uno spettacolo che rappresenta una doppia sfida - riprende il direttore – Da una parte un richiamo alla comunità trentina a ragionare su ciò che è stato, ma soprattutto al rapporto uomo-natura su più ampia scala. Filippo Andreatta artista giovane, emergente, proporrà un linguaggio accessibile, rinunciando alla parola espressa senza però rinunciare a trasmettere emozioni attraverso la cura attenta e la sapiente modulazione di effetti visivi e sonori”, afferma ancora Nardelli.

Si prosegue il 21 novembre con La scuola delle mogli, “commedia di Moliére molto garbata che mette in scena un esperimento quasi scientifico in cui una ragazza cresciuta come cavia per diventare la compagna perfetta”, per proseguire il 12 dicembre con Bancarotta “uno spaccato autentico e anche ruvido del Nordest” in cui Serena Sinigaglia rivisita un testo poco frequentato di Goldoni. Per la prima volta il 9 gennaio rivivono poi a Trento le atmosfere draculiane con Lo Cascio e Rubini e il loro Dracula, “una riscrittura che punta a un’esplorazione della morte in una chiave quasi psicanalitica”, osserva Nardelli.

Il 23 gennaio con La classe, si tocca il tema dell’integrazione, partendo da un’indagine demoscopica compiuta su duemila giovani tra 16 e 19 anni sul rapporto con l’altro e il concetto di temporalità. A febbraio, Bella figura si sofferma invece le contraddizioni dell’oggi, mettendo a nudo le nevrosi dei personaggi.

Con Libri da ardere, il 20 febbraio, il focus si sposta sul rapporto tra cultura e società in un contesto di guerra. Quali potrebbero essere le reazione dell’essere umano, seppur acculturato? E, passando a una prospettiva che ci riguarda più da vicino: come ci porremmo di fronte alle grandi difficoltà del conflitto? Saremmo in grado di resistere anche alla deflagrazione dei rapporti sociali?

A marzo arriva Haber che interpreta Morte di un commesso viaggiatore, il capolavoro di Arthur Miller, poi Lo strano caso del cane ucciso a Mezzanotte, il 19 marzo, parte dalla condizione del protagonista per intraprendere un viaggio nel mondo dell’autismo, mentre a concludere con La meraviglia. Voci e storie dalla città sotterranea, sarà Andrea Castelli: un percorso nella memoria e nella meraviglia delle storie. Lo spettacolo si fa  momento intimo per ripensare il passato recente attraverso la lente della poesia e dell’umorismo scoprendo che il vero prodigio è l’affabulazione.

Anche quest’anno continueranno i foyer della prosa (venerdì alle 17.30), il servizio di Tata a teatro per lo spettacolo della domenica pomeriggio, l’intermezzo letterario per spunti di approfondimento e lettura critica si trasformerà invece in prologo ad alcuni spettacoli.

Per il calendario e i prezzi dei rinnovi e dei nuovi abbonamenti, si consiglia di fare riferimento al sito del Centro santa Chiara 

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03/09/2019

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