"Maso Limarò. La sua storia, i racconti e la straordinaria natura che lo circonda"
Tra storia, cultura, natura, turismo, un documentato lavoro di ricostruzione storica che si propone al contempo quale efficace guida turistica
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“La vita al Limarò non era facile e gli stessi abitanti vivevano di pastorizia ed agricoltura. Con l’arrivo dell’autunno, quando i campi erano a riposo, i contadini risalivano la montagna per il taglio del bosco, così da ricavarne, in vista dell’inverno, legna da ardere e carbone per le ‘calchère’.
Faggi, abeti e larici fornivano abbondante legname trentino che veniva venduto fino ai cantieri navali veneziani. È pure documentato che durante il Concilio di Trento, ogni settimana nel corso degli inverni del 1562 e 1563 ben 30 carri di legname partivano da Pedegaza ( Selva del Gaza) in direzione di Trento. Lo sfruttamento del bosco continuò incessantemente fin dopo il secondo dopoguerra: le fotografie del tempo ci mostrano il degrado a cui le nostre montagne erano arrivate. Spesso a Vezzano i carradori di Sarche incontravano quelli provenienti dalla Valle di Cavedine e lunghe carovane di carri si formavano sulla strada del ‘Bus de Vela’, detta appunto ‘la strada dei carradori’ e all’alba giungevano in città”
A darci questa testimonianza è Monsignor Luigi Bressan nella sezione da lui curata all’interno di Maso Limarò. La sua storia, i racconti e la straordinaria natura che lo circonda (Publistampa edizioni, 2015), il libro presentato la scorsa settimana a Trento presso il presso il Centro Bernardo Clesio.
L’apprezzabile lavoro di ricostruzione storica, che al contempo si propone come un’efficace guida turistica, è stato affrontato da Silvia Gadotti, studiosa e giornalista che ne è la curatrice, mentre Monsignor Bressan - nativo di Sarche e che in quei luoghi ha trascorso l’infanzia – nella sezione Acquerelli da raccontare ha dato voce ai suoi ricordi e al legame affettivo con la zona. Il volume è arricchito dagli acquerelli della pittrice trentina Patrizia Cescatti.
Ne nasce una visione d’insieme che lega intimamente la cultura, la natura, il territorio circostante e il turismo: luoghi e sapori lungo tutto il corso del fiume Sarca, percorrendo la sua valle da nord a sud, fino a sfociare nel Garda, sconfinando nella parallela Valle dei Laghi fino alle pendici del Bondone e alla città di Trento, toccando la Val Rendena fin dentro nel cuore del Parco Naturale Adamello Brenta, esaltando le bellezze ancora “selvagge” delle Giudicarie e della Val di Ledro e la zona di Comano e le sue terme.
Costruito più di cinque secoli fa nelle terre del Principato Vescovile, poco sopra l’abitato di Sarche, Maso Limarò sorge su un terrazzamento naturale di circa 4 ettari, circondato da altri 40 ettari di terreno prevalentemente boscoso e roccioso. Nei secoli venne abitato da numerose famiglie di contadini che coltivavano il terreno agricolo, allevavano bestiame e per integrare il loro reddito conducevano lavori di edilizia stradale.
Oggi il Maso, rimasto esercizio rurale, è stato riconvertito alla promozione di un turismo ambientale, sportivo, didattico, legato alle caratteristiche del territorio, quelle naturali e quelle costruite dall’uomo come il nuovo tratto di pista ciclabile sospesa tra i dirupi.
22/06/2015