33° Festival di Musica Sacra

Una creatività immensa, che nel corso dei secoli ha saputo esprimersi con voci e strumenti e ha inteso costruire generi e forme musicali per rivestire di nuove emozioni gli stessi inossidabili testi, occupando spesso interi capitoli di storia umana, sociale e culturale, interessando il passato ma pure il presente con inossidata vitalità. Questa l'immagine di quanto comunemente s'intende per musica sacra: un repertorio sterminato di partiture, dove funzionalità liturgica e finalità estetica non si contraddicono, e dove non è difficile scegliere per costruire un maggio sempre nuovo, ricco di tradizione e sorprese. Così, discreto ma determinato, il Festival Regionale di Musica Sacra licenzia con soddisfazione il 33° cartellone di appuntamenti concertistici destinati alla riscoperta e riproposta dell'immenso patrimonio ispirato dal sentimento religioso, espresso nelle forme collettive dei riti liturgici o riflesso nella più intima dimensione individuale, capace di raccogliere contributi locali e progetti internazionali.

Tra questi ultimi, il calendario predisposto per il 2004 ospita la Missa Mexicana, eseguita dal The Harp Consort guidato da Andrew Lawrence-King, musicista di riferimento per il mondo dell'arpa, in questo caso "restauratore" - in forma di concerto - di una solenne liturgia-tipo, collocabile attorno alla metà del secolo diciassettesimo, nella cattedrale messicana di Puebla. Al confronto interculturale fra lo stile colto della vecchia Spagna, - la messa Ego flos campi del maestro di cappella Juan Gutierrez de Padilla (1590-1664 ca.) - e i modi popolari colorati del Nuovo Mondo, i ritmi esotici e sincopati della musica africana esemplificati nei canti e nei brani solo strumentali posti a corona del tradizionale Ordinarium missae, si alternano proposte squisitamente europee come l'antologia di polifonie rinascimentali (Gesualdo di Venosa o Adrian Willaert) specchiantesi nella sensibilità novecentesca di Strawinskj, affidate all'altrettanto celebre Collegium Vocale Gent di Paul Hillier.
Ancora ricerca e ricostruzione fanno da sfondo ai programmi ideati per due organi appena recuperati all'uso: l' "eclettismo" della musica liturgica interessa l'organista Umberto Forni, il Virtuoso Ritrovo e il Gruppo Vocale Feininger con una messa di G. O. Pitoni alternata alle musiche organistiche di Bernardo Pasquini con sequenze in canto fratto attinte dalla Biblioteca Feininger di Trento. Nell'altro caso sarà invece Peter Waldner a riscoprire la produzione organistica inedita di autori sud-tirolesi.
La vocazione regionale del Festival si realizza anche, come consuetudine, nel settore produttivo, incentivando e promuovendo formazioni locali, come il Coro Antares diretto da Giorgio Larcher con un omaggio a Dvorak e i Cori parrocchiali di Merano e Algund diretti da Othmar Trenner, testimoni di una ininterrotta pratica della musica colta all'interno della liturgia tipica del territorio atesino.
Lo spazio riservato alla rilettura dei "capolavori" prevede l'esecuzione dei Corali di Lipsia di J.S. Bach, affidata al Concentus Vocalis Griesensis di Claudio Astronio e P. Urban Stillhard, mentre per le pagine solistiche il celebrato barocco di Sweelinck, Buxtehude, Bach sarà trattato dal famoso organista Harald Vogel, che lascerà al più giovane Adriano Falcioni il compito di presentare la letteratura novecentesca anche in prima esecuzione assoluta.
La fattiva collaborazione con l'Orchestra Haydn si concretizza quest'anno nell'omaggio alla figura di Andrea Mascagni, fondatore del Festival: ricordandone la recente scomparsa il programma fa precedere il celeberrimo Requiem di Mozart con una pagina commissionata per l'occasione ad Armando Franceschini.
Infine particolare importanza acquista il capitolo riservato alla liturgia con la proposta della delicata Missa brevis di Delibes a Bolzano, trasmessa in diretta dalla RAI-sede di Bolzano.