La flotta scomparsa di Kublai Khan

Incontri e convegni

Quante erano le navi con cui il mongolo Kublai Khan, nipote del mitico Gengis e fondatore della dinastia Yuan salpò dalla Cina alla conquista del Giappone, cercando così di uguagliare le gesta del grande antenato?
Antichi emakimono, i “rotoli dipinti” giapponesi, narravano di come i venti divini avessero protetto il Paese del Sol Levante dall’invasione e come dopo il disastro Kublai Khan rinunciò per sempre al Giappone.
Era il 15 agosto 1281, un potentissimo tifone inabissò la flotta mongola che navigava nei pressi di Takashima. Alcuni resti e frammenti provenienti dai vascelli mongoli venivano di tanto in tanto alla luce, tra le reti dei pescatori locali, ma circa 10 anni fa, dopo due anni di incessanti ricerche, la spedizione italo – giapponese condotta dall’archeologo Daniele Petrella, presidente dell’IRIAE e dal prof. Hayashida Kenzo dell’Asian research institute of underwater archaeology ne ha confermato l’autenticità e la portata con un’eclatante scoperta…

Ne parla
Daniele Petrella, Archeologo, Presidente IRIAE International Research Institute for Archaeology and Ethnology
Introduce: Rosa Roncador, Presidente Alteritas Trentino
Interviene: Stefano Grimaldi, docente dell’Università degli studi di Trento

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