Una canzone per Bobby Long

Cinema

Serate in forma di Cinema

Usa, 2004
Titolo originale: A love song for Bobby Long
Genere: Drammatico
Durata: 119'
Regia: Shainee Gabel
Cast: Scarlett Johansson, John Travolta, Gabriel Macht
Sito italiano: www.bobbylong.it

Dopo la morte della madre, Purselane Hominy Will, detta Pursy, decide di tornare nella città della sua infanzia e stabilirsi nella casa dove sua madre ha vissuto. Pursy crede che la casa sia abbandonata, ma una volta giunta sul posto scopre con sorpresa due uomini che da alcuni anni vivono lì e non hanno alcuna intenzione di andarsene. Pursy è così costretta alla bizzarra convivenza con Bobby.

Purslane Hominy Will, detta Pursy, è una giovane donna la cui vita sembra essere sul punto di andare completamente allo sbando. Vive col fidanzato senza prendersi gran che cura della casa né dell'uomo, passando le sue giornate a mangiare burro d'arachidi seduta davanti al televisore. Un giorno apprende della morte di sua madre, e decide di tornare nella casa di New Orleans dov'è cresciuta, che lei ha ereditato ma che è costretta a dividere con i due ex co-inquilini della donna.
Bobby Long e Lawson Pines non le piacciono per niente, ma vivendoci insieme impara a conoscerli e ad apprezzarne i lati positivi. E' sempre molto difficile, però, sopportarne i tanti lati negativi. In particolare quelli di Bobby, ex professore di letteratura che invece che con una tazzina di caffé, inizia le sue giornate con una bottiglia di whisky...
Opera prima di una trentacinquenne nativa di Philadelphia con alle spalle solo un documentario di buona fattura e discreto successo, "Bobby Long" è una canzone d'amore per gli Stati Uniti del Sud.
Prendendo liberamente spunto dal romanzo di Ronald Everett Capps "Off Magazine Street", Shainee Gabel intesse una storia ricca di sentimento ma mai stucchevole, a tratti divertente ma forse un po' cervellotica nella risoluzione finale. "Una canzone per Bobby Long" è il tipico chicks flick, il tipico prodotto cinematografico capace di attirare le donne come falene verso la luce e di far rabbrividire di terrore i loro compagni. A priori. Perché per una volta il risultato è sincero, realmente sentito da chi ha realizzato il film. Film peraltro fortemente voluto dalla stella ormai affermata di Scarlett Johansson, affiancata qui da un John Travolta bravo ma in alcuni momenti un po' gigione. Ma non sono i personaggi il vero centro della pellicola, quanto l'ambiente - la città - in cui si muovono.
New Orleans, Louisiana. Una città ben diversa da quella che comunemente si associa alle feste del mardì gras, una città tanto calda da sembrare addormentata. Un caldo che entra nella pelle dei personaggi, influenzandone il comportamento e l'indole stessa, la concezione stessa della vita. Per quanto questi personaggi siano davvero particolari... Ma la bravura della Gabel in fase di sceneggiatura è stata proprio quella di tenere bene a fuoco l'importanza dell'ambientazione prima nella costruzione dei personaggi e poi nello sviluppo della trama. E se alcuni eccessi poetici sono decisamente fuori luogo, il modo in cui la regista tratta narrativamente il Sud non può non far pensare a gente come William Faulkner o Tennessee Williams. Ma, come accennato, l'ispirazione letteraria principale di questo film è un'altra.
Ronald Everett Capps, per il suo romanzo si è parzialmente ispirato alla vita del figlio Grayson, il quale fece leggere il manoscritto ancora inedito alla Gabel. Col permesso dell'autore, la Gabel scrisse la sceneggiatura e la propose a vari produttori. Cinque anni dopo la El Camino Pictures, di proprietà della Sony, accetta di produrre il film. Inizialmente, però, nessun credito viene dato a Capps nonostante abbia aiutato gli attori nel preparare i personaggi e suo figlio faccia un cameo nel corso della pellicola. Il film, anche nelle parole di Capps, è una cosa decisamente diversa dal romanzo che l'ha ispirato, ma le somiglianze sono più che evidenti. Alla fine, al di là dei crediti nei titoli di testa, l'uscita del film aiuterà quella quasi contemporanea del romanzo e viceversa. In entrambi i casi, è una pubblicità ben meritata. Nel caso di "Una canzone per Bobby Long", non si tratterà di una pellicola emotivamente forte come "La ragazza con l'orecchino di perla" ma - fatta le debite distinzioni - saprà entusiasmare lo stesso tipo di pubblico.
da www.cinefile.biz

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