La stanza di Agnese
Il Comune di Riva del Garda propone venerdì 14 novembre alle 21 all’auditorium del Conservatorio Bonporti «La stanza di Agnese», spettacolo di e con Sara Bevilacqua in memoria di Paolo Borsellino, nell’ambito del festival «Cura il futuro» del Collettivo Clochart.
2010: Agnese Piraino Leto in Borsellino, segnata da una terribile malattia, riceve una telefonata dell'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga: “Via D'Amelio è stata un colpo di Stato”. Poche parole che inevitabilmente fanno riemergere i ricordi di una vita, fin da quando, figlia del presidente del tribunale di Palermo e immersa negli usi e costumi dell'alta borghesia palermitana, incontra per la prima volta Paolo, giovane pretore a Mazara del Vallo. Da questo momento parte la narrazione della sua crescita accanto al marito e della scoperta di una Palermo diversa, meno luccicante di quella a cui era abituata, ma forse più bella, anche se disgraziata, passando attraverso i primi anni di matrimonio e la nascita dei figli. Fino a narrare i momenti più bui, compresa la morte di amici e colleghi di Paolo; i rapporti con la scorta che diventa parte della famiglia; la difficoltà di accettare la situazione da parte dei figli. Ma anche l'altro lato di Paolo, quello giocoso e sempre pronto allo scherzo, al “babbìo”. Il lavoro nel pool antimafia accanto a Giovanni Falcone fino alla terribile morte di quest'ultimo. Infine il tradimento da parte di chi avrebbe dovuto combattere al suo fianco.
Tutto questo è «La stanza di Agnese»: più che un monologo, un dialogo incessante tra lei e Paolo che continua tra le pieghe dei ricordi, con toni di tenerezza quando si tratta dei propri figli e di indignazione nei confronti dei traditori dello Stato. Lo spettacolo è nato da una lunga e meticolosa ricerca che ha direttamente coinvolto Lucia, Manfredi e Fiammetta Borsellino, i tre figli del magistrato, e Salvatore, suo fratello.
«Tra le innumerevoli e svariate iniziative volte a diffondere la memoria del giudice Paolo Borsellino -scrivono Lucia, Manfredi e Fiammetta Borsellino- e i valori di umanità, onestà e giustizia da lui espressi in tutto l’arco della sua vita, violentemente interrotta nella strage di via d’Amelio, “La stanza di Agnese” è l’unica che ha rivolto una luce particolare alla donna che aveva condiviso con lui i momenti più difficili della sua esistenza, la moglie. Sara Bevilacqua, Daniele Guarini e la drammaturgia di Osvaldo Capraro, con lo straordinario e appassionato lavoro di ricerca e di interpretazione, hanno sublimato il senso più autentico della vita dell’uomo e marito Paolo, prima ancora del giudice, attraverso proprio la voce della donna che ne ha “sposato” ogni scelta, anche quella più rischiosa per la propria incolumità. In quanto figli di quell’uomo e di quella donna, sentiamo di testimoniare senza indugio l’eccezionale professionalità e l’abile ingegno degli autori e della produzione tecnica nella ricostruzione di un contesto, umano, ambientale e storico, della cui verosimiglianza con la realtà ne sono prova le forti emozioni che l’opera ha suscitato anche in chi l’ha direttamente vissuta.»
La produzione Meridiani Perduti, nata dalla sinergia con la scuola Antonino Caponnetto, vincitrice del progetto Trac, sezione Nuova drammaturgia e premiata con L'Eolo Award 2024 per la migliore interpretazione (a Sara Bevilacqua), è dedicata al giudice Paolo Borsellino nel trentennale della sua tragica scomparsa. Lo spettacolo ha vinto anche il premio del pubblico al Palio Ermocolle 2024 e ha ottenuto una menzione speciale all’Osservatorio InBox Verde 2025.
Il festival «Cura il futuro», nato nel 2021 dal Collettivo Clochart con la direzione artistica di Michele Comite, è un progetto trasversale e inclusivo che attraversa i comuni del Trentino e si insinua in spazi convenzionali e in luoghi inusuali, tra maggio e dicembre, portando con sé il desiderio di incontro. Il nome non è un vezzo: richiama l’impegno a prendersi cura di chi sarà domani, bambini, famiglie, comunità. Il festival si rivolge prima di tutto ai più piccoli e a chi li accompagna nella crescita: genitori, educatori, persone che ogni giorno si prendono cura dell’infanzia. Le proposte artistiche toccano temi precisi: il gioco della scena invita a pensare, imparare, crescere. Tra gli obiettivi principali: educare all’esperienza del teatro dal vivo come luogo unico di relazione, nutrire la curiosità culturale da vivere insieme, rafforzare il legame tra scuola, famiglia e comunità. Alcuni spettacoli vengono condivisi con il corpo docente e affrontano temi di rilevanza educativa. L’inclusione sociale non è un capitolo a parte: è un fondamento. Ci sono compagnie con attori e attrici con abilità diverse, e prosegue la collaborazione con la cooperativa «La rete» attraverso il progetto «Tutti nello stesso campo.»
Ingresso: 10 euro, gratuito per studenti e corpo docente.