Zolle, frammenti astratti di paesaggio filtrati dalla memoria di Dario Bosin

L’artista, insegnante e pittore di Predazzo Dario Bosin sarà protagonista, da martedì 15 dicembre, negli spazi rinnovati del Museo Geologico delle Dolomiti di Predazzo, della personale Zolle, frammenti astratti di paesaggio filtrati dalla memoria, una selezione di dipinti ispirati ai paesaggi dolomitici.

Mostra

Le opere scelte sono il risultato di una lunga osservazione del mondo naturale: dopo una passeggiata lungo i fondovalle o a basse quote, Bosin concentra la propria attenzione sui dettagli minimi come la linea di un fiore, la forma di un tronco, la scia disegnata da un corso d’acqua. Ne scaturiscono forme e andamenti lineari che rimandano al variegato mondo dolomitico e si dispongono sulla tela senza gerarchie: accostati ma più spesso intrecciati, come in una zolla, in un ordine solo apparentemente casuale, tagliati ai bordi da una cesoia. Le tele esposte sono, nelle parole dell’artista, “frammenti umili di paesaggio, filtrati dalla memoria e ricomposti sulla tela dopo un processo d’astrazione”. Il colore, libero da condizionamenti imitativi, e la scelta degli accordi a volte azzardati per pura convenienza pittorica si stendono sulla tela senza accenni volumetrici. Lo sguardo dell’osservatore si sofferma su questi mondi, solo apparentemente docili: una passeggiata sulle Dolomiti - che riesce a catturare anche i silenzi e le attese - resa attraverso il linguaggio personale della forma pittorica.  

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