Sacri legni restaurati

Madonna in trono, il fascino oltre i segni del tempo

Scultore veronese, Madonna in trono, inizio sec. XVI, cm 106 x 62 x 44 [ @Soprintendenza per i beni culturali, Provincia autonoma di Trento]

Proveniente dalla collezione dell’antiquaria Amalia Cappelletti, che a sua volta l’aveva acquistata da collezione privata a Nago (TN), la scultura rappresenta la Vergine in trono in atteggiamento orante e priva del Bambino che doveva trovarsi adagiato sulle sue ginocchia.

Iconograficamente l’opera è riconducibile all’ambito della plastica lignea veronese a cavallo tra la seconda metà del Quattrocento e l’inizio del secolo successivo, e dal punto di vista formale è accostabile alle innumerevoli prove di analogo soggetto di cui ben conosciamo gli esempi rintracciabili nella parte meridionale del Trentino. Un punto fermo è costituito in particolare dalla Madonna della parrocchiale di Riva del Garda, commissionata nel 1487 ad Antonio quondam Bartolomeo, identificato da Giuliana Ericani in Antonio Giolfino.

La nostra Madonna costituisce un’ulteriore variante stilistica di questo fortunato modello. I caratteri fisionomici simili, quali la leggera prominenza del mento, le sopracciglia arcuate, il naso lungo e sottile e la piccola bocca che accenna ad un lieve sorriso, sono qui riproposti in forma meno idealizzata. La posa della testa inoltre, reclinata e sporta in avanti, doveva voler suggerire un più intimo rapporto con il Bambino. Alla resa di questa maggior dolcezza contribuisce l’intaglio che si fa più morbido nell’andamento ondulato del manto che dal capo ricade sulle spalle.

La matrice culturale veronese è avvalorata dai brani superstiti di policromia: quelli sulla veste in corrispondenza dello scollo - dove si intravvedono tracce di doratura, bulinatura e di disegni a lacca rossa -, e quelli sul manto, che reca una decorazione a squame verdi con un punto rosso al centro dipinte su fondo dorato.

Nonostante il compromesso stato di conservazione e sebbene l’analisi dendrocronologica operata sulla base del manufatto (unico pezzo su cui l’indagine è stata possibile) abbia dato come risultato l’anno 1534 - data che sembrerebbe troppo avanzata rispetto allo stile dell’opera e che fa pensare a un’aggiunta successiva - per questa scultura si può ipotizzare una datazione ancorabile al primo decennio del Cinquecento.

Il testo è tratto da:
I. Bertoletti, Scheda 15, Madonna in trono, in Tesori dal Passato. Arte e storia in dieci anni di acquisizioni, a cura di L. Dal Prà, L. Giacomelli, Trento 2014

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Il bene è stato acquisito al patrimonio provinciale con determinazione n. 276 del 5 ottobre 2012 ed è attualmente conservato presso le collezioni del Museo del Castello del Buonconsiglio, inv. n. 544395.
L'opera è stata restaurata a cura del Laboratorio di restauro della Soprintendenza per i culturali nel 2014, con la direzione lavori di Laura Dal Prà, l’intervento di Francesca Raffaelli e i rilievi grafici Monica Bortolotti.

Per saperne di più:
F. Raffaelli, Sacri legni restaurati: il caso di una Madonna in trono, in Tesori dal Passato cit., pp. 72-81

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Per approfondire:

A. Bacchi in Imago lignea. Sculture lignee nel Trentino dal XIII al XVI secolo, a cura di E. Castelnuovo, Trento 1989, schede 14, 15, 17

M. Vinco, Le visite pastorali gibertine e nuove sculture per il Maestro di San Giorgio, in “Annuario Storico della Valpolicella”, 29, 2012-2013, pp. 83-102

G. Ericani, Giovanni Zebellana intaliador, Leonardo da Verona depintore. Una traccia per la scultura lignea veronese tra Quattrocento e Cinquecento, in “Verona Illustrata”, 4, 1991, pp. 23-39


14/04/2020

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