A Sant’Anna di Sopramonte la Summer School dell’Università di Padova

Fino a venerdì 12 luglio lo scavo archeologico sarà aperto ai visitatori

Sant'Anna - Sopramonte (Trento) [ Archivio Ufficio beni archeologici PAT]

Sono riprese in questi giorni a Sopramonte di Trento le ricerche archeologiche nell’ambito della “Summer School in Antropologia Fisica” del Dipartimento di Biologia e Museo di Antropologia dell’Università di Padova. Presso il complesso monumentale dell’antico monastero di Sant’Anna, dove nel corso delle precedenti campagne di scavo sono state riportate alla luce diverse sepolture, sono impegnati studentesse e studenti sotto la guida di docenti e tecnici. Fino al 12 luglio, da lunedì a venerdì dalle ore 9 alle 11.30 e dalle ore 13.30 alle 16.30, il sito sarà visibile al pubblico che avrà l’occasione di interloquire con gli archeologi e gli antropologi intenti nelle ricerche. Il progetto è condotto da Barbara Maurina, archeologa dell’UMSt Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Provincia autonoma di Trento, Nicola Carrara del Museo di Antropologia dell’Università degli Studi di Padova, dagli archeologi Alessandro Bezzi e Luca Bezzi oltre agli studiosi Christian Fogarolli e Mattia Segata. Partecipa all’organizzazione l’ASUC di Sopramonte, rappresentata dal presidente Ivan Broll.

L’iniziativa si svolge sulla base del protocollo d'intesa, avviato nel 2016 e rinnovato anche per il 2024, fra l’UMSt soprintendenza provinciale, il Dipartimento di Biologia e Museo di Antropologia dell’Università di Padova e l’ASUC di Sopramonte, proprietaria dell'area. Gli archeologi e gli antropologi stanno proseguendo le ricerche nel cimitero dell'antico monastero che ha già restituito negli anni anni scorsi diverse sepolture. Gli studenti, coordinati dai docenti, hanno così modo di esercitarsi nella ricerca sul campo e nella catalogazione e studio delle tombe che vengono messe in luce. A seguirli nelle operazioni di scavo sono archeologi professionisti con la direzione scientifica della Soprintendenza.

L’interesse scientifico nei confronti del sito, già noto agli storici, è ripreso a seguito di una serie di studi condotti a partire dal 2010, fra i quali un’attenta lettura delle murature. Le caratteristiche formali e tipologiche dei materiali impiegati, unitamente alle informazioni dedotte dai documenti antichi, hanno confermato che il complesso è stato più volte ristrutturato. Nato come monastero e documentato per la prima volta nel 1234, è stato poi adibito a usi diversi, come quello di residenza estiva per i preposti della cattedrale di Trento a fine Quattrocento.

Le attività di tutela e la valorizzazione del complesso monumentale sono iniziate nel 2015 con l’obiettivo di indagare in maniera più approfondita il contesto archeologico, geologico e strutturale attraverso prospezioni georadar, carotaggi, sondaggi, oltre a procedere al monitoraggio della chiesa di Sant’Anna e dell’edifico del preposto. Il ritrovamento di un cimitero antico ha costituito l’occasione per ampliare il progetto di ricerca coordinato e diretto dall’Università di Padova e dall’Ufficio beni archeologici provinciale. Sono ormai numerose le tombe rinvenute nel corso delle campagne di scavo, analizzate e studiate dagli antropologi. I primi risultati hanno permesso di conoscere i rituali di sepoltura, quali deposizione in cassa, in lenzuolo e con cuscino e lenzuolo. In alcuni casi le tombe risultano disturbate e le ossa sistemate alla meglio. Tutti i defunti venivano deposti supini e nei casi di scheletro ben conservato presentavano gli arti superiori incrociati a livello dell’addome. Gli scheletri sono attribuibili sia a maschi che a femmine, deceduti fra i 30 e i 40-45 anni. La statura è stata stimata in media a 171.7 cm per gli individui maschili e a 155 cm per quelli femminili: una buona parte dei sepolti presentava segni di malattie a livello dei denti e delle ossa. L’ analisi degli isotopi indica che il cimitero fu con tutta probabilità riservato ai soli appartenenti al monastero e la datazione 14C suggerisce che venne utilizzato durante tutto il periodo in cui il monastero fu attivo, ovverosia dal XIII al XV secolo

Informazioni

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(md)

Ufficio Stampa della Provincia autonoma di Trento

08/07/2024