Dario Righetti

Dopo la prima personale a Pergine spettacolo aperto, con Pharmakon l'artista esplora l'ambivalenza semantica del serpente

[ Daniela Rosi]

Nell’edizione 2014 di Pergine Spettacolo Aperto, l’artista Dario Righetti, all’età di settantanove anni, tiene la sua prima mostra personale.

E’ spettato al Trentino, quindi, a rilanciare l’artista, dopo tantissimi anni di silenzio.

Dario Righetti è nato nel 1935 a Verona. Inizia a dipingere attorno ai vent’anni nell’atelier aperto dallo scultore scozzese Michael Noble, a San Giacomo alla Tomba, nell’ex ospedale psichiatrico veronese. Righetti entra a far parte fin da subito del gruppo di pittori che Michael Noble promuove, facendoli esporre a Verona, Milano, Roma.

Di questo atelier si sono occupati scrittori e intellettuali come Alberto Moravia, Corrado Alvaro, Camilla Cederna e molti altri. In particolare Dino Buzzati, che scriverà anche il testo del catalogo della mostra che l’atelier terrà alla Galleria La Cornice in piazza Bra a Verona nel 1957. Una volta dimesso, però, non dipinge più.

Riprende solo una decina di anni fa, ormai già settantenne, senza mai più smettere.

Ora le opere realizzate in questo ultimo lasso di tempo si trovano installate fra i mosaici della Domus Romana che si trova sotto la sede della Banca Popolare di Verona in piazza Nogara.

L’artista riprende a dipingere perché tornano ad assalirlo i cattivi ricordi del male subito ai tempi del suo ricovero nell’ospedale psichiatrico: i “bissi” (serpenti). Solo dipingendoli riesce a trovare sollievo. Ecco allora ricrearsi il rito arcaico, che vuole che i malati di morbo sacro venissero portati accanto alle fosse dei serpenti così che potessero guarire attraverso uno shock da spavento.

L’installazione delle opere di Righetti ci ricorda appunto che nel serpente sta racchiuso il significato di bene e male, luce e ombra, veleno e cura. Sette fosse di serpenti, fra le rovine di una bellissima domus romana, ci riportano ai nostri archetipi, alla nostra memoria collettiva.

La mostra è stata promossa dalla Banca Popolare di Verona in collaborazione con la Fondazione Creberg di Bergamo, da dove è partita, grazie a un progetto di sostegno nei confronti del LAO, laboratorio pro artisti outsider. A Verona trova una diversa espressione, divenendo una installazione ambientale in cui i serpenti dialogano con i mosaici pavimentali.

Daniela Rosi - Curatrice dell’installazione

23/03/2016