Estinzioni. Storie di catastrofi ed altre opportunità

Grandi sculture zoomorfe, ungulati, enormi pungiglioni, proboscidi lignee coperte dal ferro, carcasse che emergono dall’acqua o dalla terra

“Esibisco opere dalle sembianze fossili - racconta Buttarelli - , frammenti ossei da pensare quali semi di nuova vita, affioramenti di carcasse di antichi e immaginari animali, che attraverso i passaggi imposti dal tempo giungono a noi e come in resurrezione tornano a parlare. Mi piace immaginare questi esseri, alla loro nascita, alla loro vita, alla loro morte, al tempo che li ha sepolti e quello che li ha dissepolti e che in affioramento, quasi come in una resurrezione, tornano a parlare, rispondendo a domande sulla loro esistenza, sul loro cibo, sul clima, sull‘ambiente, con quali altri animali si associavano e in quale era”.

Pittore e scultore, scenografo e restauratore, ma anche paletnologo, da sempre affascinato dall’immaginario geologico e archeologico: il progetto scultoreo dell’artista Brunivo Buttarelli, Estinzioni. Storie di catastrofi ed altre opportunità fino al 26 giugno 2017 abiterà gli spazi esterni del Muse.

Grandi sculture zoomorfe, ungulati, enormi pungiglioni, proboscidi lignee coperte dal ferro, carcasse che emergono dall’acqua o dalla terra, dettagli anatomici realizzati con rigore che si ingigantiscono e diventano architettura paleontologica: le numerose opere che trovano spazio attorno al MUSE e nel quartiere Le Albere si legano ai temi affrontati dall’esposizione del Museo delle Scienze, che si sofferma sui grandi periodi delle estinzioni di massa e la responsabilità dell’uomo nei confronti della vita degli altri esseri viventi, oltre che sulla sopravvivenza della sua stessa specie.

Come sottolineato dal curatore della mostra, Marzio Dall’Acqua, "Buttarelli vuole che ci imbattiamo nelle sue sculture e ne veniamo sedotti, affascinati, mantenendo la stessa casualità con la quale i reperti si presentano con una imprevista incursione nel quotidiano. Sono sculture che richiedono la terra, devono essere posate sull’erba, immerse nell’acqua. Non tollerano teche o piedistalli. Svettano nell’aria, si torcono, si protendono o avviluppano, si aprono e chiudono”.

La costruzione delle opere risente anche della formazione dell’artista, che le immagina come immerse in una scenografia, disposte in modo quasi teatrale, per attirare lo sguardo ed essere protagoniste dello spazio. In questi nuovi, immaginifici ambienti la figura umana diventa parte dell’opera, viene inglobata, quasi assorbita da essa. L’osservatore si muove verso, intorno e dentro lo spazio, vivendo un’esperienza diretta ed esistenziale. Le grandi sculture di Buttarelli sono circondate da un senso di sacralità e mistero, di stupore che si riconnette con la sensazione di piccolezza provata dall’uomo nei confronti dei misteri della Natura. Con le sue opere, lo scultore, che per anni si è cimentato da dilettante di alto livello con l'archeologia e la paleontologia, si confronta con la “natura ansiosa”che abitiamo, con l'“etologia disorientata” e la precarietà come destino delle ultime generazioni.

BRUNIVO BUTTARELLI

Nasce nel 1946 a Casalmaggiore (CR) dove vive e lavora. Si diploma nel 1968 all'Istituto”P.Toschi” di Parma dove, dal 1971 al 1990 è chiamato ad occupare la cattedra di Tecniche Pittoriche Murali. In questo periodo lavora prevalentemente come restauratore di pitture murali e affreschi, e impegna molto del suo tempo nello studio e scoperta dell'archeologia. Fonda il C.C.S.P. (Centro Casalasco di Studi Paletnologici). Rileva e indaga aree antropiche nel territorio fra il fiume Oglio e il Po. Collabora con il Museo Tridentino di Scienze Naturali, realizzando stratigrafie, planimetrie e disegni in molti scavi in Italia Settentrionale. Nel 1986 inizia l'attività di pittore e scultore scenografo al Teatro Regio di Parma, incarico che dura sino al 1991. In questi anni matura un rapporto di conoscenza e famigliarità con le materie prime e ne subisce profondamente il fascino. Nel 1990 interrompe l'attività didattica per dedicarsi completamente alla propria ricerca scultorea.

Riaffiorano così tutte le esperienze fatte nel campo, l'imprinting nella manipolazione dei legni che risale agli anni di bottega con il padre, falegname, le conoscenze con le resine e le cere, accumulate al tempo del restauro. All'immaginario geologico, paleontologico e archeologico, originati dagli studi e dalle ricerche sul campo, si uniscono le conoscenze della pietra, del ferro, della carta. Gli anni di pratica con lo spazio teatrale, la didattica e il restauro, costituiscono le garanzie artigianali di fondo, la struttura febbrile del suo genio creativo.

Ha partecipato attivamente a numerosi convegni e simposi nazionali e internazionali. Numerose sue opere sono in musei, in collezioni pubbliche e private.


12/09/2016