INMuseo: inclusione nei musei e Alzheimer

Musei più inclusivi, aperti all’ascolto e alle esigenze di fasce sempre più ampie di visitatori

[ Soprintendenza per i beni culturali Provincia autonoma di Trento]

Musei più inclusivi, aperti all’ascolto e alle esigenze di fasce sempre più ampie di visitatori. Da queste premesse nasce l’incontro di formazione “INMuseo: inclusione nei musei e Alzheimer” dedicato alla conoscenza e alla sperimentazione delle pratiche museali rivolte a persone con demenza. Nei giorni scorsi circa 50 educatori museali, educatori delle Aziende Pubbliche per i Servizi alla Persona e dei centri diurni delle province di Trento e di Bolzano si sono riuniti al Muse e al Museo Diocesano Tridentino per mettere a confronto esperienze e vissuti diversi, tutti con lo stesso obiettivo: progettare percorsi e attività per rendere possibile l'accesso e la fruibilità dei musei alle persone con Alzheimer e altre demenze. Il corso, organizzato da UPIPA in collaborazione con la Sezione Trentino di Alteritas - Interazione tra i popoli e l’Ufficio beni archeologici della Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento, è stato tenuto da Cristina Bucci e da Luca Carli Ballola, del Coordinamento per la Regione Toscana dell'Alzheimer.

Nel corso dei due giorni di formazione INMuseo ha proposto alle strutture museali e assistenziali del territorio regionale percorsi condivisi di formazione e di progettazione di attività dedicate alle persone con demenza, ai loro famigliari e caregiver. Il contributo che possono dare i musei per mantenere le persone con demenza il più possibile integrate nella trama di relazioni sociali e culturali è prezioso e attribuisce ai musei stessi un nuovo ruolo sociale. Attraverso l’incontro e la relazione si intende contrastare l’isolamento che la malattia spesso causa, dando la possibilità alle persone con demenza di vivere, assieme ai propri cari, un’esperienza stimolante che restituisca dignità e ruolo sociale. Nell'ultimo decennio studi in materia hanno evidenziato come l'arte e le attività creative possano svolgere un ruolo importante nei confronti di questi pazienti, poiché agiscono su circuiti emozionali che, rispetto a quelli cognitivi, restano preservati più a lungo nel decorso della malattia. Da esperienze attivate presso alcune strutture museali si è poi riscontrato che l'arte è anche in grado di incidere sulla memoria a lungo termine, stimolando nuove associazioni e idee.

L’attenzione per queste tematiche da parte delle strutture museali del territorio è stata testimoniata dalla presenza di educatori del Castello del Buonconsiglio, Fondazione Museo Storico, MART, Muse, Museo Diocesano Tridentino, Museo Civico di Rovereto, Museo degli usi e costumi della gente trentina, Museion, Magnifica Comunità di Fiemme, associazione Arte Sella, ecomuseo della Judicaria, Museo degli strumenti musicali di Roncegno, associazione Alteritas trentino, Archelia, Museo Retico, S.A.S.S. Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas e Museo delle Palafitte di Fiavé dove gli educatori museali dell’Ufficio beni archeologici provinciale hanno sviluppato dal 2014 il progetto pilota “T-essere memoria”.

Gli organizzatori auspicano che l'incontro sia l'inizio di sinergie tra educatori museali e geriatrici per creare una rete di strutture che progettino insieme percorsi permanenti, finalizzati a promuovere il benessere della persona con demenza e dei suoi familiari, attraverso esperienze positive ed educative di fruizione del patrimonio culturale.

I temi e le sfide lanciate a INMuseo saranno ripresi in occasione della seconda edizione di AlzheimerFest che si terrà dal 14 al 16 settembre a Levico Terme.

Informazioni

Provincia autonoma di Trento

Soprintendenza per i beni culturali

Ufficio beni archeologici

Via Mantova, 67 - 38122 Trento

tel. 0461 492161

e-mail: uff.beniarcheologici@provincia.tn.it

www.cultura.trentino.it/Temi/Archeologia

(ufficio stampa Pat)

parte di: Lavori in corso

04/07/2018