L'area archeologia di Monte San Martino ai Campi

Ultimati gli interventi di restauro e valorizzazione di un sito che raccoglie le testimonianze di oltre duemila anni di storia

[ Ufficio stampa Pat]

Sul Monte San Martino , ai cui piedi sono situati il paese di Pranzo (Tenno) e quello di Campi (Riva del Garda), è stata messa in luce una delle aree archeologiche di maggior importanza nel territorio trentino. Il sito, che conserva le testimonianze di oltre duemila anni di storia, è meta di numerosi visitatori attratti dal fascino degli antichi resti, ma anche dalla bellezza dell'ambiente naturale che li circonda. In seguito alle ricerche condotte nel corso degli anni l'Ufficio beni archeologici della Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento ha realizzato un percorso di visita tra queste significative evidenze del passato.

La quantità e la qualità delle strutture emerse (il santuario romano, la chiesa medievale, le abitazioni, il grande edificio pubblico) e dei reperti recuperati ne fanno un sito di indagine scientifica privilegiata. L'area, suddivisa in più settori di ricerca, documenta una continuità di insediamento, con poche e brevi cesure cronologiche, dalla seconda età del Ferro a tutta l'epoca romana, dall'alto medioevo all'età moderna con l'utilizzo a scopi agricoli dei terrazzamenti e dei pianori del monte.

A partire dagli anni '70 ad oggi una serie di indagini – effettuate inizialmente da appassionati locali e a partire dal 1975 dal competente Ufficio beni archeologici provinciale - ha portato infatti all'individuazione sulla sommità del dosso di un grande ed importante santuario di età romana databile tra il I secolo a.C. ed il III d.C.. Si tratta di un'imponente struttura costituita da una serie di ambienti articolati attorno ad uno spazio interno scoperto, accessibile tramite una scalinata in pietra, impostato là dove esisteva già precedentemente un'area cultuale retica, della seconda età del Ferro. Il tutto confermato dal ritrovamento dei materiali mobili come epigrafi, vasellame vario in ceramica comune o in terra sigillata, anfore, lucerne, piccola plastica in bronzo e in cotto, monete di vario tipo, fibule, pendagli ornamentali e strumenti di lavoro quotidiano.

Ad un centinaio di metri a sud del santuario, su terrazzamenti artificiali, si trovano alcuni edifici parte di un villaggio frequentato tra il IV ed il VI secolo d.C., i cui limiti esterni e la cui relazione con l'ambiente circostante, gli accessi e le strade di collegamento non sono ancora ben definiti. Il complesso costituiva probabilmente un punto logistico nell'organizzazione militare tardoantica, provvisto anche di un ampio edificio che si ipotizza a destinazione pubblica.

Adiacente a tale edificio, forse dismesso, nell'VIII-IX secolo, viene eretta la chiesa di San Martino, citata dalle fonti medievali e ristrutturata nel corso dei secoli fino alla metà del 1700: di essa rimangono i muri perimetrali, conservati per più di un metro di altezza, la soglia di accesso, due fasi distinte di pavimentazione. Vi era anche un cimitero, ora non più visibile.

Nel corso del XIII-XIV secolo, non distante dalla chiesa funziona la bottega di un fabbro legata con tutta probabilità al passaggio dei devoti.

Le murature messe in luce nel corso delle campagne di scavo sono state di volta in volta restaurate così da permettere la musealizzazione del sito. Fin dai primi anni di ricerca la Soprintendenza ha dotato l'area di un servizio di custodia grazie alla collaborazione del Servizio sostegno occupazionale e valorizzazione ambientale. L'area è dotata di percorsi corredati da pannelli informativi in italiano e inglese, zone di sosta e un punto informativo. A completamento del percorso espositivo, la storia di Monte San Martino è ricostruita nel centro di documentazione di Pranzo, in spazi gestiti dalla locale Associazione Culturale San Martino.

I reperti più significativi ritrovati nel sito sono esposti nella sezione archeologica del MAG di Riva del Garda. Da sottolineare l'importante ruolo svolto dalle Amministrazioni comunali di Tenno e di Riva del Garda che nel corso degli anni hanno contribuito alla valorizzazione dell'area, sostenendo lo svolgimento delle campagne di scavo condotte anche con le Università di Trento, Padova, Leicester.

L'area archeologica è visitabile liberamente: si raggiunge in automobile (km. 10 da Riva del Garda, lungo la strada per Campi di Riva del Garda – Malga Grassi) e poi percorrendo per 15 minuti circa un ombreggiato sentiero nel bosco.
Ulteriori informazioni sono disponibili al link

Per approfondimenti

Nicoletta Pisu - Funzionaria Soprintendenza per i beni culturali
parte di: Lavori in corso

12/10/2016