L'avaro di Molière

In primo piano l'avarizia di Arpagone alle prese con le aspirazioni dei giovani tra disavventure, equivoci e malintesi

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Da giovedì a domenica al teatro Sociale di Trento arriva L'Avaro di Molière riletto da Ugo Chiti e interpretato da Alessandro Benvenuti.

Si tratta di una commedia nata in cinque atti scritta nel 1668 e ispirata all’Aulularia di Plauto. La storia è quella dell'avido Arpagone, che decide di combinare matrimoni di convenienza per i propri figli con l'obiettivo di aumentare le sue ricchezze. Al contempo, vorrebbe sposare Marianna, una bella ragazza di origini umili, innamorata però del figlio di Arpagone. Anche la figlia Elisa è già segretamente innamorata di Valerio, un giovane che si finge valletto di Arpagone per starle accanto. Dopo una serie di disavventure, divertenti equivoci e malintesi, tutti a teatro per conoscere dunque l'epilogo! 

“Libero adattamento da Molière – afferma Ugo Chiti – o forse sarebbe più corretto dire «rispettoso tradimento» oppure potrei azzardare, in vena di barocchismi, una sottotitolazione più pretestuosa come «da Molière le premesse per una metateatrale rivisitazione attorno a L’Avaro»” (La Nazione, 27 dicembre 2016).

Ecco come Molière apre la commedia, con in scena Valerio ed Elisa: 

VALERIO Ma come? bellissima Elisa, dopo le gentili assicurazioni che avete avuto la bontà di darmi sulla vostra fedeltà, vi fate ora malinconica? Vi vedo, ahimè! sospirare, mentre la mia gioia è al sommo. Vi siete pentita, ditemi, di avermi fatto felice, vi dispiace che il mio ardore vi abbia in qualche modo obbligata a dare la vostra parola?

ELISA No, Valerio, non posso pentirmi di ciò che ho fatto per voi. Troppo dolce è il potere che mi tiene avvinta, e non ho nemmeno la forza di pensare che le cose possano essere diverse. Ma, a dire il vero, sono inquieta per ciò che accadrà, e temo di amarvi un po' più di quanto non dovrei.

VALERIO Oh! che cosa potete temere, Elisa, dal bene che mi volete?

ELISA Ahimè! cento cose in una: le ire di un padre, i rimproveri dei parenti, le riprovazioni della gente; ma più di tutto, Valerio, il vostro cuore mutato, e quella freddezza colpevole con la quale le persone del vostro sesso ripagano sovente le testimonianze troppo ardenti di un amore innocente.

VALERIO Ah! non fatemi il torto di giudicare me attraverso gli altri. Abbiate pure nei miei confronti ogni sospetto, Elisa, ma non pensate ch'io venga meno a ciò che vi è dovuto. Vi amo troppo, per questo, e l'amore che ho per voi durerà quanto la vita.

ELISA Ah! Valerio, fate i discorsi di tutti. Gli uomini sono sempre gli stessi, per le parole che dicono; soltanto le azioni li fanno diversi.

VALERIO Poiché soltanto le azioni ci fanno conoscere per quel che siamo, aspettate ch'io le commetta per giudicare il mio cuore. Non cercate misfatti in ciò che è soltanto un ingiusto timore nato dalle vostre nere previsioni. Non uccidetemi, vi prego, coi penosi colpi di una sfiducia che mi oltraggia e datemi il tempo di convincervi, ve ne darò mille prove! che il mio ardore è onesto.

ELISA Ahimè! come ci si lascia persuadere facilmente quando si ama. Sì, Valerio, ritengo che il vostro cuore non sia capace di ingannarmi. Voi mi amate di vero amore e sono convinta che mi sarete fedele; non voglio più avere dubbi e limiterò il mio cruccio alle apprensioni che mi verranno dall'essere biasimata.

VALERIO Ma perché una tale inquietudine?


23/01/2017