La parità inizia dal linguaggio

Simbolicamente proprio l'8 marzo parte dall'Università di Trento un vademecum “Per un uso del linguaggio rispettoso delle differenze" 

Fino a che una direttrice sarà un direttore, una rettrice sarà un rettore, una funzionaria sarà un funzionario, la parità di genere sarà ancora in là a venire. Nella Giornata internazionale della donna, l’Università di Trento fa un passo concreto in direzione della parità di genere.

Il senato accademico ha infatti accolto oggi un vademecum “Per un uso del linguaggio rispettoso delle differenze", nella convinzione che un linguaggio corretto sia la prima forma di rispetto delle differenze e di promozione di un cambiamento culturale.Via libera dunque, in tutte le comunicazioni interne ed esterne dell’Ateneo, a espressioni che indichino chiaramente le differenze di genere. Nel documento, si raccomanda infatti di declinare al femminile e al maschile tutti i titoli (il professore e la professoressa) e ruoli professionali (il presidente e la presidente), compresi gli aggettivi e verbi. Oppure di ricorrere a soluzioni sintattiche e non solo lessicali per correggere le asimmetrie nella comunicazione ed evitare lungaggini e barre.

Ad esempio ricorrendo all’aggettivo “studentesco” in sostituzione della locuzione “degli studenti”. Al bando poi la forma “Egregi colleghi, gentili colleghe” nell’intestazione di lettere e email: d’ora in poi l’espressione “Gentili” potrà essere utilizzata sia con riferimento a donne che uomini.

«Uno dei principali ambiti attraverso cui stereotipi e pregiudizi di genere vengono prodotti e veicolati, ma possono anche essere modificati è senza dubbio la comunicazione», si legge nel documento. «Infatti, linguaggi audiovisivi, iconici, verbali e anche gestuali sono strumenti pratici che, da un lato, riflettono le asimmetrie presenti all’interno della società e pertanto contribuiscono a consolidarle e, dall’altro, possono agire su stereotipi e costumi per modificarli, adeguarli e contrastarli.L’Università di Trento ha deciso di impegnarsi in un processo di riflessione autocosciente sull’uso del linguaggio verbale e delle immagini, al fine di promuovere nei vari ambiti della vita quotidiana della comunità universitaria un impiego della lingua italiana rispettoso di tutte le differenze, trasversale a tutte quella di genere, e attento alla scelta di immagini equilibrate e rappresentative di tutte le diverse componenti che concorrono a formare una comunità accademica libera, aperta e inclusiva».

Alla stesura del documento ha partecipato un gruppo composto da docenti di vari ambiti disciplinari (Serenella Baggio, Giulia Boato, Giovanna Covi, Vincenzo D’Andrea, Alessia Donà, Francesco Ghia, Ines Mancini, Barbara Poggio, Patrizia Tomio, Paola Villa, Silvano Zucal) che hanno preso in considerazione i diversi materiali testuali presenti all’interno dell’ateneo (documenti amministrativi, pagine web, materiali informativi di varia natura) e osservato le immagini che li accompagnano, giungendo alla definizione delle linee guida accolte oggi.Il documento segue le indicazioni europee contenute, ad esempio, nella Direttiva UE/54/2006 e nelle linee guida “La neutralità di genere nel linguaggio usato al Parlamento Europeo, 2008”.

È previsto nel più ampio Piano di azioni positive 2014-16 approvato dal Consiglio di amministrazione dell’Ateneo e portato avanti in primo luogo dalla prorettrice alle politiche di equità e diversità Barbara Poggio di concerto con altri delegati/e, figure e servizi posti a tutela delle pari opportunità, per la valorizzazione delle differenze e il riconoscimento dei diritti delle diverse componenti dell’Università di Trento. (fonte: Ufficio stampa Unitn)
In allegato il vademecum “Per un uso del linguaggio rispettoso delle differenze" adottato oggi dall'Università di Trento.

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08/03/2017