Memorie di guerra restaurate sul Pasubio

Due lapidi austro-ungariche sono state oggetto di un intervento di salvaguardia da parte della Soprintendenza

L'aquila bicipite incisa sulla lapide principale

Nel corso dell’estate due lapidi risalenti alla prima guerra mondiale sono state oggetto di un intervento di restauro in amministrazione diretta da parte dell’Ufficio beni architettonici della Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento. I due manufatti sono ubicati a circa 2.100 metri s.l.m. e a distanza di circa 400 metri a nord-ovest dalla sommità del Dente Austriaco nel massiccio del Pasubio (coordinate Nord 5074087,56546 - Est 668944,21074 / N 45°47' 58,791'' - E 11°10' 26,444'').

Addossate alla roccia naturale con un riempimento eseguito con pietre e malte cementizie, le due lapidi presentano una forma sagomata e le loro superfici sono trattate con intonaco a base cementizia di spessore variabile. Entrambe recano incisa nella parte sommitale l’aquila bicipite, variamente stilizzata, e riportano due iscrizioni in lingua tedesca contenenti il nome, il grado e le date di permanenza in quota di sette ufficiali dell’esercito austro-ungarico, tutti appartenenti al reparto dei Tiroler Kaiserjäger (T.K.J.).

La lapide posta a monte riporta incisa la seguente epigrafe:

1.R. d. T.K.J.

9. Komp. 1/VII 17 – 3/XI Hptm. Riccabona.

9. Komp. 26/III 18. – Oblt. Eberherr.

4 R.d.T.K.J.

9. Komp. 5/IV -7/V 1917 Oblt. Zannini.

8. Komp. 7/V -7/VI 1917 Oblt. Tegelhofer.

2. Komp. 7/VI – 1/VII 1917 Oblt. Graf. Hoyos.

2. Komp. TJl. 28/IV – 21/VI 6/VIII – 13/IX Oblt Jaconcig.

1918

La lapide sottostante riporta incisa la seguente epigrafe:

2. T.K.J.

1. Komp. 12 /IX – 22 X 18

Oberlt Tratz

Ausgeführt von

Og B. Nowotn

Og. A. Dante

1 Komp. TJ2

La lapide intitolata al comandante Ludwig Riccabona (Bolzano 1884 – Innsbruck 1935) e ad altri cinque ufficiali riporta nella lastra inferiore, come motivo decorativo, due stelle alpine incise, riferibili al Corpo “Edelweiß”. La lapide intitolata al tenente Tratz è individuale e gli fu dedicata da due sottoposti, come rivela la scritta in basso a destra riemersa durante l’intervento.

L’analisi dello stato di degrado è stata effettuata dal restauratore della Soprintendenza Roberto Perini. La prima lapide presentava nella parte sommitale una vasta lacuna con parziale perdita dell’iscrizione incisa; dalla mancanza emergeva la struttura sottostante che era interessata da problemi di distacco dalla base inclinata, nonché dalla presenza di licheni e di ridipinture su scritte e decorazioni. Sulla lastra inferiore, all’apparenza più compatta, non si riscontravano cadute recenti di finiture di grandi dimensioni. Si rilevavano mutamenti superficiali con alterazioni cromatiche e sgretolamento dello strato esterno, numerose fessurazioni e microfratture, presenza di sali fissati su gran parte della superficie e di licheni. Le scritte incise ormai erose e in parte svanite erano state ripassate con colore nero anch’esso degradato. Evidenti i segni dovuti al dilavamento prodotto da agenti atmosferici e dalle variazione termo-igrometriche. La seconda lapide aveva subito un intervento conservativo non idoneo che aveva in parte colmato le lacune e le fessure della parte sommatile, coprendo superfici originali e lasciando solo parzialmente visibile l’aquila incisa. Una vasta lacuna ha comportato la perdita parziale dell’iscrizione incisa.

Progettato e diretto dall’arch. Valentina Barbacovi e dal geom. Tiziano Vicentini col supporto tecnico della geom. Leda Valle, l’intervento è stato eseguito dalla ditta G.A.R. Conservazione e Restauro Opere d’Arte di Giuseppe Adone Rigotti di Dorsino, mentre il trasporto dei materiali in quota è stato effettuato dal Nucleo elicotteri della Provincia autonoma di Trento (piloti Bruno Avi e Marco Cosentino). Il restauro, protrattosi dal 24 agosto al 13 ottobre 2017, ha preso avvio dalla rimozione dei depositi superficiali e delle ripassature incongrue, è poi proseguito con un trattamento biocida unito al consolidamento delle aree in distacco. Dopo il fissaggio degli intonaci mediante iniezioni di resine o malte e la stuccatura delle lacune, è stato effettuato il ritocco pittorico con applicazione di un protettivo finale. Si ringrazia per la consulenza storica il dott. Nicola Fontana del Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto.

Roberto Pancheri
parte di: Lavori in corso

06/11/2017