Sui sentieri della Fortezza di Trento
Un'agile guida di itinerari alla scoperta dei luoghi e delle fortificazioni della Prima guerra mondiale (1914-1918)
“Un approccio dal taglio divulgativo per realizzare uno strumento che permetta di renderci conto del patrimonio a disposizione, di valorizzarlo e gestirlo e di riflettere sul senso di tale patrimonio, nella consapevolezza della centralità del rapporto tra cultura, storia e turismo, di una dimensione culturale-formativa non disgiunta dalla possibilità di fruizione”.
Presenta in quest’ottica Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione museo storico del Trentino, la guida Sui sentieri della Fortezza di Trento. Itinerari alla scoperta dei luoghi e delle fortificazioni della Prima guerra mondiale (1914-1918), frutto del lavoro congiunto della stessa Fondazione in collaborazione con l’Azienda per il turismo di Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi, il Comune di Trento, la Provincia di Trento.
Si tratta di 15 itinerari, riportabili ai 7 settori previsti dalle mappe storiche, alla scoperta della fortificazioni della Grande Guerra, “uno strumento alla portata del cittadino e dell’ospite per fruire in modo autonomo dei percorsi e scoprire al contempo la storia del Trentino" – specifica la direttrice dell’Apt Elda Verones.
Dopo aver fatto menzione al grande tessuto associazionistico molto attivo attorno alla Città Fortezza "che ha forse rappresentato la molla principale che ci ha fatto dotare di questo strumento, con la logica di lavorare ancora a fondo in modo che questo patrimonio sia oggetto di riappropriazione da parte della città”, Ferrandi porta l’attenzione su due concetti.
“Abbiamo diritto a cento anni dalla Grande Guerra – si interroga - di fare diventare una componente dell’offerta turistica un sistema di fortificazioni costruito a scopo difensivo e offensivo? Sì – afferma - ma con la condizione di non perseguire 'la concezione di Gardaland', con quel rispetto, cioè, al quale è necessario guardare a questi luoghi. L’Europa di oggi non sempre sembra aver interiorizzato quanto accaduto cento anni fa, ben venga il rapporto cultura-turismo se riesce a veicolare questi messaggi positivi”.
Il direttore si concentra poi sul senso del centenario, perché, se alcune polemiche sono, in certo senso “fisiologiche, va però affermato che questo strumento è incentrato sull'inclusività e sulla centralità del patrimonio, per contrastare una guerra civile della memoria”. L'ultimo elemento messo in luce da Ferrandi riguarda l’identità della città di Trento: “La Città Fortezza era estranea al tessuto identitario, questa guida diventa l’occasione di conoscere e percorrerne i luoghi.
Nel vivo della guida è entrato invece Luca Caracristi, della Fondazione Museo storico del Trentino, che ha curato i testi del volume. "La Fortezza nasce nella seconda metà dell’Ottocento – spiega - quando il Regno austriaco perde il Lombardo-Veneto. Nel 1860 nascono i primi forti nella zona di Cadine, poi la città viene cinta da un insieme di fortificazioni, le ultime costruite nel 1900 nella zona di Romagnano e Mattarello. Allo scoppio della guerra si scopre che tali strutture sono ormai inadeguate, e si dà avvio a una serie di lavori che le rafforzano, costruendo nuovi trinceramenti e camminamenti, un campo trincerato continuo che va a difendere la città mentre i forti ottocenteschi vengono disarmati e adibiti a deposito. Divisa in settori già nell’Ottocento, la zona viene ridefinita in sette complessivi. La guida riprende la distinzione, è composta di otto capitoli, sette dedicati ai settori, più uno sulla linea costituita presso la città di Trento per difendere il centro. Sono itinerari alla portata di tutti, spesso su strade forestali con ottimi punti panoramici - conclude".
11/05/2016