Ti ho cercata in ogni stanza

La scrittrice trentina Saveria Chemotti ospite martedì prossimo alla Biblioteca di Trento

Amarla? Non avevo sentito pronunciare quell’espressione nemmeno dai fidanzati su in paese. Conoscevo l’amore dei genitori, l’amore di Dio, l’amore degli sposi nel matrimonio e nient’altro. Questa qui l’avevo appena incontrata, non sapevo nemmeno chi fosse. Che bisogno d’amore poteva mai avere una così, bella, ricca e, non dubitavo, con uno stuolo di ragazzi ai suoi piedi? Le conoscevo bene quelle come lei: figlie di buone famiglie senza problemi, con tanti grilli per la testa e la puzza sotto il naso. Avevo sempre provato disprezzo per le borghesi spuzzete che passeggiavano in ghingheri sul corso principale di Trento sollevando solo aria. Secondo i progetti di mio padre ero destinata a diventare la loro domestica e allora mi ero intestardita a continuare gli studi. Questo aveva indurito il mio carattere.

Infatti ero diffidente e ruspia come i miei crozzi, non mi lasciavo trascinare facilmente dai sentimenti perché avevo una dannata paura di svelarmi a qualcuno che mi imbrigliasse e che rallentasse la mia corsa verso il traguardo che volevo raggiungere a tutti i costi. Cresciuta in una famiglia inflessibile e parca di effusioni, ero fin troppo morigerata, rigida nei precetti. La più vecchia diciottenne sulla faccia della terra. I libri erano gli unici amici fidati: traboccanti di parole, ma perfettamente silenziosi. (da Ti ho cercata in ogni stanza di Saveria Chemotti, L'Iguana 2016).

Dal centro storico di Trento alle Viote, dal Garda alla Piramidi di Segonzano: trabocca di un forte legame con il Trentino Ti ho cercata in ogni stanza, il libro di Saveria Chemotti che la stessa autrice racconterà martedì 7 alle 17 presso la Biblioteca comunale di Trento, in via Roma. Un legame di cui i luoghi rappresentano l'aspetto tangibile dell'interiorità "ruspia come i crozzi" che essi hanno plasmato: quella di Berta - anzi Filiberta, lo stesso nome un po' antico della nonna - studentessa di un paese del Trentino, che raggiunge Padova per iniziare gli studi universitari.

E qui, alla ricerca di una stanza, fa subito i conti con l'uragano Lydia che frana "rovinosamente ai miei piedi inciampando nella sciarpa che portavo al collo, malmessa e con le frange tutte sbrindellate, travolgendo anche me. – Disgraziataaa! dov’è che stai andando? – urlò la suora. Gambe all’aria sulla mia valigia, la ragazza esplose in una risata spavalda e mentre lei si rialzava io, ancora a terra, balbettavo stupide scuse".

Tutto parte da qui, da questo incontro-scontro. Il romanzo - recita la quarta di copertina "si addentra nella relazione profonda che lega due giovani studentesse universitarie, una ribelle avida di affetto e una schiva ma dalla pelle dura. Nel bel mezzo della contestazione, del femminismo e della rivoluzione sessuale, la loro amicizia alimenterà un sentimento intenso, messo alla prova dalle circostanze che scuoteranno le loro vite con contraccolpi dagli esiti fatali e dalle soluzioni imprevedibili. La vicenda delle protagoniste, Lydia e Berta, testimonia la fatica e la felicità di conquistare un nuovo destino possibile. Per due, per molte, per tutte".  

Saveria Chemotti è nata in provincia di Trento, ma vive e lavora a Padova, dove insegna Letteratura italiana di genere e delle donne. Dal 2003 coordina il Forum per le politiche e gli studi di genere dell’Ateneo. Dirige la collana di studi di genere Soggetti rivelati. Ritratti, storie, scritture di donne, per la casa editrice Il Poligrafo, e la collana di narrativa Vicoli. Vie strette secondarie. Paesaggi letterari inesplorati, per la casa editrice Cleup. Ha pubblicato numerosi saggi sulla narrativa e la poesia del Novecento italiano e ha dedicato molte ricerche alla storia e alla cultura delle donne. Con La passione di una figlia ingrata, il suo primo romanzo, è stata finalista del Premio Comisso 2015.


02/03/2017