A proposito di Piter Pan
Benvenuti a Teatro
Anch'io a teatro con mamma e papà
Compagnia Teatrale Stilema
A proposito di Piter Pan
liberamente ispirato alle visioni di J. M. Barrie
di e con Silvano Antonelli
con la partecipazione di Laura Righi
prodotto con il Contato del Canavese di Ivrea
Età: a partire dai 3 anni
I classici hanno la caratteristica di parlare al cuore dell'essere umano. Peter Pan parla del volare, della voglia di spiccare il volo, del desiderio di ritornare e di finestre chiuse, dell'ombra, della paura di chi cerca di continuare a sognare ma è assalito dalla nostalgia per la sicurezza perduta. Lo spettacolo non segue la storia originale di Barrie ma ne utilizza solo alcune suggestioni: il desiderio di volare, la paura di diventare grande. La finestra diventa il tramite sul mondo che ci chiede di rinunciare spesso ai nostri sogni per diventare grandi. L'eterna lotta tra Peter Pan e Capitan Uncino diviene, allora, metafora di quel vivere in cui c'è sempre un orologio che ti insegue ma anche un cuore che batte. Nel teatro, però, si può fare finta, ci si può circondare di piccole magie, magari di una fata che ci aiuti a pensare che i sogni e la vita possano stare insieme.
«Ci sono dei libri che quando li leggi, quando te li leggono, è come se tutte le parole, le figure, i colori e anche il profumo della carta uscissero dal libro e ti entrassero nella testa, nella pancia, nel cuore.» Ha inizio così A PROPOSITO DI PiTER PAN, una produzione della Compagnia Teatrale Stilema di Torino che andrà in scena sabato 8 e domenica 9 novembre al Teatro Cuminetti di Trento nell'ambito della la rassegna ANCH'IO A TEATRO CON MAMMA E PAPÀ, organizzata dal Centro Servizi Culturali S. Chiara e rivolta ai bambini e alle loro famiglie.
Lo spettacolo non segue la storia originale di Barrie, ma ne è una divagazione. Del libro utilizza, infatti, solo alcune suggestioni: il desiderio di volare, la paura di diventare grande. E così la finestra diventa il tramite sul mondo; quel mondo che ci chiede di diventare grandi rinunciando assai spesso anche ai nostri sogni. E' così che l'eterna lotta tra Peter Pan e Capitan Uncino diviene metafora della vita e delle figure adulte che la popolano: quel vivere in cui c'è sempre un orologio che ti insegue, ma per fortuna anche un cuore che batte.
Nel teatro, però, si può fare finta; ci si può circondare di piccole magie, magari anche di una fata che ci aiuti a pensare che i sogni e la vita possano stare insieme.
«I classici scrive Silvano Antonelli, autore del testo e interprete dello spettacolo hanno la caratteristica di parlare al cuore delle persone oltre il tempo nel quale sono stati scritti. Contengono un seme di eternità e di verità. E' come parlassero alla condizione profonda dell'essere umano. Peter Pan ci parla del volare, della voglia di spiccare il volo dalla finestra della propria camera. Parla del desiderio di ritornare e di finestre chiuse. Parla dell'ombra, della paura di chi cerca di continuare a sognare, ma è assalito dalla nostalgia per la sicurezza perduta. Peter Pan, a nostro parere, interpreta perfettamente i sentimenti del tempo che ci troviamo a vivere. Questo tempo smarrito in cui sembra difficilissimo, se non impossibile, immaginare un futuro. Ma i bambini sono il futuro. I bambini lo vivranno, il futuro, qualunque esso sia. La loro (e la nostra) capacità di volare e di non avere paura di cadere è l'unica cosa che può far pensare a un domani.»
Accanto a Silvano Antonelli, che è anche autore e regista, saranno in scena Laura Righi ed un pupazzo realizzato da Andrea Rugolo. Le musiche originali sono di Ettore Cimpincio e Carlo Masserelli, gli effetti speciali e le luci di Sasha Cavalli.
Bambini (da 3 ai 12 anni) 4,00 euro - Adulti 6,00 euro
organizzazione: Centro Servizi Culturali S. Chiara