Agitata da due venti

Musica lirica

Musiche di Caccni, Monteverdi, Scarlatti, Vivaldi, Pergolesi, Mozart...

Elena Cecchi Fedi (soprano)
Paola Gardina (mezzosoprano)
Dario Giorgelè (baritono)
Valeria Vitaterna (pianoforte)

Il cantante lirico è sempre stato una creatura strana, appartenente ad un mondo a parte, fragile nel suo essere soggetto alla tirannia del pubblico, incredibilmente potente nella sua capacità di incantarlo, di attirarlo a sé una sera dopo l’altra. All’inizio l’opera è soltanto un esperimento, molto ambizioso, con i compositori stessi impegnati a suonare e cantare per un ristretto pubblico di intellettuali. Ma ben presto questo nuovissimo prodotto culturale conosce un successo travolgente, inaspettato ed è il cantante professionista a diventarne il vero fulcro, l’ingrediente indispensabile. Dapprima sono le corti ad impadronirsi dell’opera, utilizzandola per ostentare la propria magnificenza. I sovrani più potenti si accaparrano gli artisti migliori e saper cantare può significare accedere ad un mondo dorato, perfino guadagnarsi un titolo nobiliare. Poi il teatro diventa pubblico ed il cantante acquista un risalto ancora maggiore: è il divo in grado di attirare le folle riempiendo la cassetta dell’impresario ed il suo compito è lasciare la gente a bocca aperta, con virtuosismi inimmaginabili. Nel corso del Settecento i gusti del pubblico cambiano: ci si stufa di nobili guerrieri impennacchiati, ben fermi a centro scena a sciorinare impossibili volatine. Ed allora l’arte del cantante si modifica, non punta più sul puro incantamento dato dalla voce, ma su una magia diversa, fatta di gesti veri, su una recitazione che trasporta sul palcoscenico il vissuto quotidiano della gente. Il primo dei nostri “caffè del teatro in concerto”, tappa iniziale di un affascinante viaggio alla scoperta della magia della voce, apre dunque il sipario su due secoli di storia dell’opera, forse i più ignorati dal grande pubblico, ma tra i più ricchi e fecondi di tesori sorprendenti.

Informazioni sulla prevendita

LUOGHI PREVENDITA: Casse dei Teatri Auditorium e Sociale (da lunedì a sabato ore 10-19) e Casse Rurali Trentine convenzionate in orario di sportello

Il dio indiano Prajâpati con la sua voce creò il cielo, le acque e la terra; alcune popolazioni indiane d'America ritenevano che il loro dio avesse creato il mondo cantando tre volte. Nelle culture arcaiche i cantori, i sacerdoti, sono esseri superiori perché conoscono le leggi arcane della materia sonora e con la loro voce sanno pronunciare i canti magici. Il canto delle formule rituali scandisce gli eventi della vita umana, nascita, morte, guarigione, il succedersi delle stagioni.
Noi abbiamo perduto tutto questo, ma la voce, quando sprigiona dal corpo umano e si diffonde nell'aria, come solo un grande cantante lirico sa fare, mantiene una qualità magica, una forza che parla ad una parte segreta di noi, risvegliando sentimenti ed emozioni.
Al potere quasi magico della voce è legato il percorso che attraversa gli eventi del cartellone 2002-2003, procedendo dall'ombrosa voce contraltile dell'italiana Isabella, capace di incantare il tirannico bey di Algeri e di trascinare alla rivolta gli schiavi italiani, per poi innalzarsi assieme ai siderali vocalizzi della Regina della Notte ed immergersi nelle tenebrose profondità modulate dal grande Sacerdote Sarastro ed infine lasciarsi incantare dalle profferte del Duca di Mantova, tenore par excellance, che seduce le sue "vittime"intonando insinuanti ballate.
A questo potere non ci si può sottrarre, come ci auguriamo possa constatare il nostro pubblico e come sperimentano Taddeo, Mustafà e Lindoro, Tamino e Pamina, Gilda e Maddalena, co-protagonisti delle opere che compongono il ghiotto menù di quest'anno: L'italiana in Algeri di Rossini, Il Flauto Magico di Mozart, Rigoletto di Verdi, con un'appendice de "i caffè del Teatro - in concerto"dedicata, appunto, alla "voce magica".


organizzazione: Centro Servizi Culturali S. Chiara