Artisti trentini nelle due Guerre. Sofferenza e creatività
La mostra vuole indagare l'attività artistica dei pittori trentini che hanno vissuto la vicenda delle due Guerre Mondiali come soldati, artisti di guerra, profughi e prigionieri. Il percorso espositivo si apre con un filmato e alcune fotografie di Castel Ivano e dei paesi della Valsugana gravemente danneggiati dagli scontri avvenuti tra esercito italiano e austroungarico durante la Prima Guerra Mondiale. Il video è accompagnato dal commento di Ottone Brentari, il giornalista trentino che nel 1919 pubblicò un interessante resoconto dei danni di guerra dal titolo Il cimitero del Trentino sulle pagine del giornale milanese La Perseveranza. A fine guerra, in uno di questi paesi rasi al suolo dalla ferocia umana, fa ritorno, dal campo profughi di Mitterndorf, il pittore di Caldonazzo Giuseppe Angelico Dallabrida (1874-1959). Egli porta con sé alcuni dipinti eseguiti negli anni di internato in Moravia. Si tratta soprattutto di momenti di vita quotidiana alla ricerca di una normalità non sempre facile da trovare, ma necessaria per continuare a vivere e a sperare. Alle opere di Dallabrida sono affiancate alcune testimonianze del fassano Francesco Ferdinando Rizzi (1868-1952), arruolato nel 1915 come Kriegsmaler, pittore di guerra dell'esercito austroungarico, autore di eccezionali documentazioni di scene di vita al fronte che ben si accompagnano alle opere di Attilio Lasta (1886-1975), pittore della Vallagarina, reclutato tra le truppe austroungariche e inviato a Wels, in Bassa Austria, dove passa gran parte della guerra. Egli vuole conservare il ricordo della sua camera a Wels raffigurandone gli angoli più cari. Ernesto Giuliano Armani (1898-1986), trasferito in Galizia e in Polonia non ancora ventenne, dimostra una naturale inclinazione per la descrizione documentaria negli acquerelli degli scenari bellici cogliendo i momenti di riposo e di meditazione dei soldati. In mostra ci sono anche altre testimonianze di creatività come alcune cartoline acquerellate che i soldati inviavano dal fronte.
Si passa poi alle vicende della Seconda Guerra Mondiale e alla testimonianza, unica nel suo genere, di Michelangelo Perghem Gelmi (1911-1992), pittore di Trento, ufficiale dell'Aeronautica Militare in Provenza e imprigionato dai tedeschi dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943. Nel periodo di prigionia in un hotel sulla Croisette di Cannes e di deportazione nei lager di Tarnopol (Ucraina), Deblin-Irena (Polonia), Przemysl (Polonia), Langwasser (Germania), egli documenta con disegni, acquerelli, pastelli, ogni momento di quella nuova vita, l'ozio forzato in albergo, il disagio del lungo viaggio in treno dalla Costa Azzurra all'Ucraina, la vita nei campi di prigionia tra malattie, fame, freddo, incognite sul futuro. Una parte dei disegni in mostra sono gli originali pubblicati nel 1975 nel libro Da Cannes a Tarnopol con commenti di Francesco Pietro Baggini. L'inarrestabile creatività aiuta Perghem Gelmi a ottenere il permesso di uscire dal campo di Tarnopol sotto scorta armata per ritrarre i dintorni della cittadina ucraina e di allestire la sua prima personale nel lager di Deblin-Irena. Grazie alla pittura e al disegno egli allontana dalla mente i pensieri sulla condizione critica sua e dei suoi compagni di prigionia considerati soldati di Mussolini ospiti di Hitler e privati degli aiuti della Croce Rossa Internazionale. Egli è uno dei pochi artisti trentini che ha lasciato testimonianze dell'esperienza della prigionia militare nel secondo conflitto mondiale. L'esposizione dei lavori di Perghem Gelmi è accompagnata dagli scritti dei suoi compagni di prigionia e da alcuni documenti di Mario Turrini (1914-1987), ufficiale trentino, autore di un interessante diario scritto negli anni di prigionia e proprietario della cassetta in mostra che lo ha seguito per tutto il periodo della guerra.
Mostra a cura di Fiorenzo Degasperi e di Elisabetta Staudacher
Catalogo Temi Editrice - Trento
a cura di Fiorenzo Degasperi e di Elisabetta Staudacher
Saggi dei curatori e degli storici Luca Girotto, Luciana Palla, Giuseppe Ferrandi
organizzazione: Provincia Autonoma di Trento Servizio Attività Culturali - Associazione Castel Ivano Incontri - in collaborazione con Museo Storico in Trento, Associazione Croxarie Strigno