Atlantide
La laguna rappresenta un rifugio per molti giovani veneziani. Tra di essi, Daniele, giovane ventiquattrenne che si distingue dai suoi coetanei per un carattere più schivo e una vita più solitaria. Tutti loro, però, condividono la passione e il culto del barchino. Avere l'imbarcazione più veloce è sinonimo di potere e anche il protagonista, dopotutto, vorrebbe battere il record di velocità. Decide quindi di rubare un'elica, azione che lo porterà a vivere tragici eventi. Intanto, lo seguiamo nelle sue relazioni amorose e nei confronti con gli altri ragazzi della città.
Yuri Ancarani è un regista e video artist che rifiuta qualsiasi forma di conformismo e Atlantide ne è una prova lampante.
Dall'estetica alla rappresentazione di Venezia, ogni elemento vuole avere una nota d'originalità. Si discosta dall'idea tradizionale di cinema e propone una nuova maniera di sperimentare con l'arte, molto provocatoria.
Le riprese del film sono durate circa tre anni e la storia è stata concepita senza sceneggiatura. A disegnare il film è stato quindi il montaggio. Questa scelta si risente spesso e, talvolta, la narrazione sembra sfilacciata e confusa. Manca qualche elemento connettivo ma il fil rouge del film non sta nella storia, bensì nell'aspetto visuale. A valorizzare il film e a renderlo unico è l'abile lavoro alla fotografia e alla post produzione. Luci al neon e movimenti di camera singolari trasformano il film in una intrigante e contemporanea esperienza visuale. L'acqua di Venezia si sposa a meraviglia con questi giochi di luci, colori e riflessi. La città si trasforma in un oggetto malleabile che offre infinite possibilità artistiche.
Oltre alla capacità di regalare immagini originali e suggestive, Venezia svela le sue parti più nascoste. Yuri Ancarani si interessa alle piccole isole circostanti, come Sant'Erasmo e San Francesco del Deserto. Non è la Venezia da cartolina a cui siamo abituati, ma è anch'essa la vera Venezia. La prima mezz'ora del film si prende tutto il tempo necessario per immergere lo spettatore in un luogo così poco esplorato al cinema.
Curiosamente, in alcune scene il paesaggio viene inserito nel mondo del lavoro e in altre, è totalmente denaturalizzato. Nel primo caso, il regista mostra il lavoro a contatto con la natura nei campi, l'importanza di raccogliere le bottiglie di plastica gettate in mare e la necessità di fare manutenzione nelle aree artificiali della città. Nel secondo caso, invece, la città sembra ospitare un viaggio psichedelico.
Per partecipare è previsto un biglietto di ingresso al costo di 5 euro acquistabile su www.primiallaprima.it , con una riduzione a 3 euro per i possessori della tessera del Cineforum.
Si ricorda che, in ottemperanza al Decreto-Legge 26 novembre 2021, n.172, art. 5 e art. 6, dal 6 dicembre e fino al 15 gennaio 2022 per accedere all’evento è obbligatorio essere muniti del Green Pass rafforzato. Inoltre, a seguito del Decreto Legge 24 dicembre 2021, n.221, è previsto l’obbligo di indossare mascherine di tipo FFP2.
La richiesta di certificazione verde non verrà applicata ai minori di 12 anni o agli esenti dalla campagna vaccinale.
La certificazione verrà controllata dal personale addetto al momento dell’ingresso. In caso di indisponibilità del Green pass rafforzato non sarà possibile accedere agli spazi.
Per maggiori informazioni visitare il sito www.centrosantachiara.it