Barry Guy Solo

Musicista eclettico, interessato sia alla musica colta contemporanea che all'improvvisazione, solista di contrabbasso e di violone, Barry Guy è molto apprezzato per le sue composizioni anche nel mondo della musica classica. E' stato tra i protagonisti più rilevanti del nuovo jazz nato in Europa negli anni Sessanta, quello che per la prima volta ebbe il coraggio di affrancarsi dai modelli americani per cercare nuove strade e nuovi modelli espressivi. In quel periodo Guy si unì al batterista John Stevens e al sassofonista Trevor Watts, dando vita ad una delle formazioni più radicali del periodo, dedita ad una musica totalmente improvvisata, lo Spontaneous Music Ensemble. In seguito la sua attività si è sviluppata al fianco di altri importanti musicisti europei, come Tony Oxley, Evan Parker, Mike Westbrook e Peter Kowald. Ma soprattutto è stata scandita dal lavoro con la London Jazz Composer's' Orchestra, formazione di cui è stato il fondatore e direttore, che ha cercato di trasporre all'interno di un grosso organico le istanze di libertà espressiva e di esplorazione sonora sviluppate precedentemente soprattutto in formazioni ridotte. Tra le composizioni di Guy per questa grossa band c'è "Ode For Jazz Orchestra", che il critico tedesco Ekkehard Jost ha descritto come una delle più stupefacenti pagine della storia del free jazz.

Guy è però anche un autentico virtuoso di contrabbasso, in grado di estrarne ogni sorta di sonorità, dai timbri ampi e rotondi agli stridii più grotteschi, alle percussioni, toccando i limiti delle possibilità fisiche offerte dallo strumento. Numerosissimi sono stati i suoi concerti per contrabbasso solo, in tutti i più importanti festival internazionali. Utilizzando spesso tecniche non convenzionali e attraverso un approccio molto dinamico, alle volte atletico al contrabbasso, Guy trasforma i propri concerti in vere e proprie performance, in cui lo strumento diventa oggetto di scandaglio e di continua scoperta, di sorpresa e stupore per chi lo ascolta.