Castello di K - Visite guidate teatralizzate

Il Castello di Pergine si accinge ad ospitare il secondo appuntamento estivo con Il Castello di K, visita guidata teatralizzata ispirata al celebre romanzo incompiuto di Franz Kafka, Il Castello. Lo spettacolo di natura itinerante ha già affascinato gli spettatori presenti alle sue prime rappresentazioni nel mese di giugno e si appresta ad accogliere nuovi curiosi partecipanti nelle repliche di venerdì 23, sabato 24 e domenica 25 luglio alle 20.30.

La visita guidata teatralizzata si sviluppa lungo il suggestivo percorso delle mura esterne del Castello di Pergine e svela man mano la trama di quello che è stato l'ultimo sforzo dello scrittore di Praga, Il Castello. Un’opera incompiuta e indecifrabile, ripudiata dall'autore stesso, dalla scrittura circolare e labirintica, frammentaria per sua stessa ammissione e, forse, proprio per questo bellissima e inspiegabile.

Il Castello di K è una produzione ariaTeatro con la regia di Giuseppe Amato e la presenza scenica degli attori Christian Renzicchi e Monica Garavello. Lo spettacolo nasce da un’iniziativa della Fondazione CastelPergine in collaborazione con ariaTeatro, Teatro delle Garberie e l’Associazione Mulino ad Arte.

Franz Kafka, scrittore boemo, di lingua tedesca, ha scritto quasi tutte le sue opere di notte, come del resto molti poeti, mentre tutto il mondo fuori dormiva e rilasciava il proprio respiro profondo, e forse proprio per questo l'intera sua scrittura è sempre intrinsecamente vicina al sogno o meglio all’incubo. Un incubo niente affatto colorato di immagini favolistiche o dall'ambientazione infantile e memoriale, quanto piuttosto un sogno sempre reale e quasi fotografico. Ma per chi lo legge, i suoi sono comunque incubi soavi e profondi, tormentati e irrisolti, imbevuti di uno strano realismo tragico e immobile.

Il Castello racconta di un uomo di mezza età, assunto presso uno strano villaggio per svolgere l’attività di agrimensore, ma per iniziare la quale gli occorre l'autorizzazione del Castello sopra al villaggio stesso. Questa benedetta autorizzazione, per tutto il tempo anelata dal protagonista K., verrà ricercata fino allo spasimo, ma purtroppo mai raggiunta in un interminabile circolo vizioso dove tutto accade, perché nulla accada.

Si dice che Kafka leggesse i suoi libri agli amici ad alta voce, subito dopo averli scritti, e che nel caso de Il Castello lo abbia fatto ridendo, quasi tutto il tempo, raccontando cioè l'iperbolica tragicità di quella storia di solitudine e terribile angoscia, le cui vette potevano condurre solo ad una grottesca e corrosiva risata.