Città inferno
Un musical dalle tinte blues per un racconto senza tempo ispirato alla vita del carcere femminile
Fondazione Luzzati Teatro della Tosse
Città Inferno
regia e partiture fisiche Elena Gigliottiscene Carlo De Marino
costumi Carlo De Marino e Giovanna Stinga
luci Giovanna Bellini
produzione Fondazione Luzzati Teatro della Tosse in collaborazione con Cardellino srl e nO (Dance first. Think Later)
Con: Rachele Canella, Melania Genna, Elena Gigliotti, Carolina Leporatti, Demi Licata, Elisabetta Mazzullo, Daniela Vitale.
All’interno di una prigione vivono le detenute di questa storia, liberamente ispirata a Nella Città, l’inferno, il film di Renato Castellani con Anna Magnanie Giulietta Masina.
Assassine, fattucchiere, peccatrici e ladre seriali provenienti da tutta Italia e realmente esistite, le protagoniste si trovano ad occupare un ristrettissimo spazio vitale, una cella di prigione 2m x 2m. Sono collocate in un tempo che non esiste, dagli anni '40 ad oggi, piene del loro crimine, dei loro anni vissuti. E quando nel cuore della cella fa ingresso un’innocente, le detenute – come delle voci interiori – la condurranno poco a poco verso la vita disperata della galera, segnando così il suo destino, non potendo capire la possibilità stessa dell'innocenza.
Eccetto che sono donne. Hanno amato, e ameranno. Hanno un corpo o l’hanno avuto. Sette cuori che battono in due metri per due possono fare tanto rumore. Troppo, per chi colpe non ne ha, e vuole piangere in silenzio. Questa è una storia che ha il sapore della realtà e il suo compito è quello di indagare strettamente la causa: il debito d'amore, la nostra più grande ferita.
«Città Inferno è un musical di dolori e abbandoni, dei vivi fuori invocati come i morti, delle superstizioni, delle canzoni passionali, dal Nord al Sud. E' una storia liberamente ispirata a un film. Eppure identica a mille storie vere. Per questo motivo abbiamo studiato la vita di criminali realmente esistite collocandole però in un tempo immaginario nel quale approda Lina. Una ragazza normale. Di provincia. Il cui errore è stato quello di innamorarsi della persona sbagliata, e per questo è stata portata in prigione. La sua innocenza fa sorridere d’ingenuità quanto le storie di tanti ragazzi e ragazze di provincia coinvolti in situazioni pericolose, loro malgrado. È in questa cella che Lina conoscerà il passato di madri e figlie che per amore di madri hanno ucciso, e che per amore di figlie hanno fatto altrettanto. Proprio lei. Sola e senza figli. Costretta a pensarci, e a capire il perché. Proprio lei alla quale nessuno ha mai fornito strumenti per comprendere, si troverà ad avere in mano il motivo di tanta violenza. E lo proverà sulla sua pelle, una volta ottenuta la libertà. Le detenute provengono da tutta Italia e ciò sarà causa di incomunicabilità, fino a che l’insieme di queste lingue provocherà la bellezza musicale che è l’Italia stessa, fra alti e bassi, parolacce, litigi, e canzoni.
Il linguaggio e la poetica di nO (Dance first. Think later) sono volti alla fusione della scrittura scenica in improvvisazione insieme alla danza, eseguita da attrici che indagano la loro espressività fisica e vocale, inserendola sempre in un contesto drammaturgico complesso e ricco di spunti. Scene dal film si alternano a scene interamente inventate dalla fantasia, ma soprattutto alle esperienze di vita delle detenute di cui raccontiamo la storia attraverso proiezioni e registrazioni.
Città Inferno è un esempio di riassunto assoluto fra il teatro che mettiamo in scena, il cinema da cui prendiamo spunto e il materiale documentaristico delle storie vere a cui ci siamo ispirate» (www.ilsonar.it/).
Biglietto 16 €
organizzazione: Aria Teatro