Cogne. Una storia italiana

Convegno

Venerdì 24 agosto 2007, a Levico Terme, alle ore 21,00, nella “Sala Francesco Giuseppe” dell’Imperial Grand Hotel (Parco delle Terme) l’avvocato Adolfo de Bertolini incontra e discute con Ilaria Cavo, autrice de "La chiamavano bimba" (Mondadori).
Introduce Fernando Orlandi.

È oramai ricorrente l’inquientante e enigmatico omidio dell’estate, dalla complicata ricerca del colpevole. Nei giorni scorsi a occupare le pagine dei giornali e le aperture dei telegiornali è stato l’omicidio di Chiara Poggi, e c’è già chi ha scritto di “franzonizzazione” della vicenda.
Cogne ha iniziato a vivere di vita propria, a prescindere dai risultati investigativi e processuali. Cogne è oramai divenuta una sorta di tipologia narrativa.
Ma proprio la vicenda di Cogne ci invita a riflettere sulla giustizia, sulla spettacolarizzazione mediatica del processo penale, sui meccanismi dello stesso processo quali la costruzione delle prove o l’uso delle perizie psichiatriche.
Il libro appena pubblicato da Ilaria Cavo, che con le sue interviste a protagonisti della vicenda e del processo di Cogne ci disvela anche retroscena delle modalità con cui viene condotto un procedimento giudiziario, è giusta l’occasione per riflettere non solo su quella terribile vicenda ma sul meccanismo della giustizia.
A discutere con Ilaria Cavo sarà un noto avvocato trentino, Adolfo de Bertolini.

Nei giorni successivi all’omicidio di Samuele Lorenzi fu subito chiaro che quello di Cogne non sarebbe stato un caso dal rapido epilogo. E dopo anni di indagini, perizie, testimonianze, accuse e processi, oggi sembra evidente che non ci troviamo più solo di fronte al dilemma su un pigiama o un paio di zoccoli indossati o no da un assassino inginocchiato sul letto, ma al mistero di una donna, di una mamma, che i familiari hanno sempre chiamato “Bimba”.
Se per il padre, il marito, gli amici di Annamaria Franzoni, “Bimba” è semplicemente un soprannome affettuoso, per chi è invece certo della sua colpevolezza quel nomignolo può avere un significato più nascosto e diventare la conferma di un carattere immaturo, che ha sempre avuto bisogno di un sostegno per non crollare.
È proprio intorno alla figura della Franzoni che Ilaria Cavo, con la pazienza e la meticolosità dei grandi inviati, ricostruisce uno dei casi più inquietanti e misteriosi degli ultimi anni. Lo fa incontrando e raccogliendo le testimonianze e i racconti di quanti hanno conosciuto davvero la mamma di Samuele. Così, nei ricordi del suocero Mario Lorenzi, nelle parole convinte del marito Stefano, nelle consulenze di chi, come il professor Ugo Fornari, ne ha tratteggiato un disturbo di personalità, oppure nelle perizie degli psichiatri che, al contrario, l’hanno ritenuta sana, capace di intendere e volere, si ricompongono i frammenti di una personalità che fino a oggi ci è apparsa indecifrabile.
Allo stesso modo, gli aspetti più nascosti del suo carattere si svelano nei commenti delle amiche o dei medici che sono intervenuti la mattina dell’omicidio, negli sfoghi amareggiati di chi è stato ingiustamente accusato, nelle dichiarazioni e nelle riflessioni raccolte tra i protagonisti dei due processi, come Maddalena Iannicella, una degli otto giurati della Corte d’Assise d’Appello di Torino.

Ilaria Cavo ci restituisce il senso di un delitto dai molti volti, come molti sono i volti di chi, secondo due giudizi di condanna, lo ha commesso. E ci offre tutti gli strumenti per capire davvero un caso sul quale ognuno ha fatto le proprie ipotesi e ha pensato di trovare una propria verità.

Ilaria Cavo, 33 anni, giornalista, ha seguito, prima per “Porta a porta” e poi per i programmi informativi di Mediaset (“Matrix”, “Tempi Moderni”, “Segretissimo”), gli sviluppi del caso Cogne fin dal 2002. Esperta di cronaca nera e giudiziaria, è stata direttore responsabile dell’emittente ligure Primocanale e ha ottenuto, per la conduzione della diretta non stop del G8 di Genova, il premio nazionale Saint-Vincent di giornalismo.
È autrice di Diciassette omicidi per caso (Mondadori 2006)


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