Da morire
Di Gus Van Sant, USA 1995, 110'
Suzanne Stone è una bionda e bella ragazza di Little Hope con un sogno nel cassetto: sfondare in televisione. Sposatasi all'adorante Larry Maretto, figlio di un ristoratore italo-americano in odore di mafia, si risolve a farlo fuori nel momento in cui l'uomo avanza la richiesta di un figlio e di una vita borghese e provinciale, inconcepibile ostacolo sulla strada di Suzanne per il successo. Sfruttando il suo potere di seduzione su tre adolescenti complessati, la Barbie killer mette a segno il suo colpo, ma non tutto va secondo i piani.
Tratto da un romanzo di Joyce Maynard e sceneggiato da Buck Henry, il primo lavoro di Gus Van Sant su commissione di una major non rinuncia a riflettere sulla forma, all'interno di un contesto narrativo sardonico ma non troppo originale.
Inaugurato da una straordinaria sequenza di titoli di testa, il racconto si costruisce come una serie di interviste ai congiunti di Suzanne, ripresi nei luoghi del lavoro e durante un talk show, alle quali si aggiunge un'autointervista della stessa signora Maretto, estremo e folle tentativo di ottenere l'ultima parola.
Legato alle riflessioni contemporanee sugli effetti dei media e del piccolo schermo in particolare, Da Morire -che chiama in causa in carne e ossa anche il David Cronenberg di Videodrome, altra storia di autodistruzione a mezzo tv- supera brillantemente il pamphlet sociologico, da un lato ancorandosi ad una solida sceneggiatura di black comedy e dall'altro allargandosi a parabola imperitura dell'appaio-dunque-sono.
Stretta nel ristorante del marito e nella sua comunità, Suzanne vuole più spazio, lo spazio più ampio di tutti: quello del riquadro del televisore, che la porterà ovunque, al centro delle case degli americani. Storia di un'ossessione coltivata fin da bambina (ci dice l'inserto home-movie), Da Morire è tragico, algido e grottesco racconto di una dipendenza dal successo dannosa quanto quella dalla droga e, se possibile, ancora più artificiale.
Suzanne Stone, personaggio sul quale s'innesta l'aura di una Nicole Kidman realmente sulla pista del successo mondiale, perirà di un'illusione come di illusioni, coltivate e inferte, ha vissuto, e resterà per sempre, nelle parole della sorella di Larry, una meravigliosa bambola di ghiaccio.