Dall'Istituto Superiore di Scienze Sociali all'Università

Convegno

Il grande cambiamento. Il Trentino degli anni Sessanta

Interviene Marco Boato, docente universitario, è stato deputato e senatore

Prosegue a Levico Terme il ciclo di incontri "Il grande cambiamento. Il Trentino degli anni Sessanta".
Venerdì 18 febbraio (ore 20,30, Sala del Consiglio comunale, Via Marconi 6), Marco Boato interverrà su "Dall’Istituto Superiore di Scienze Sociali all’Università".

Promosso dall’Istituto Trentino di Cultura, il 12 settembre 1962 nasce l’Istituto Superiore di Scienze Sociali. Inizialmente è a numero chiuso (con un massimo di circa 250 studenti, ammessi dopo esame), ma nel 1966 viene aperto a tutti. Nel 1972 l’Istituto superiore viene trasformato in Libera Università degli Studi di Trento (e dall’anno accademico 1982-83 è Università statale degli studi di Trento).
Lo strano esperimento di una facoltà di sociologia nella valle dell'Adige nasce dall'intuizione dell'allora trentaseienne Bruno Kessler, che vuole aprire la sua città al mondo, e si intestardisce nell'idea di portare in Trentino il filone di studi più avanzato, allora inedito per l'Italia.
A Trento volevano una facoltà di agraria, ma Kessler dice no e convince tutti, uno per uno, a Roma come a Trento. E così, il 14 novembre 1962, si inaugura la prima Facoltà di sociologia d'Italia.
Si trattò di una scelta coraggiosa e lungimirante, all'epoca ritenuta azzardata se non rischiosa. Le motivazioni che portarono Bruno Kessler a questa decisione, quelle ufficiali, vennero espresse nel grande disegno programmatico che sfociò nel primo Piano Urbanistico Provinciale e nei discorsi ufficiali.
Il progetto di modernizzazione di Bruno Kessler mirava allo sviluppo economico della provincia di Trento, progetto che comprendeva un ambizioso obiettivo di formazione di nuove leadership. Ne facevano parte la riforma della scuola sul piano della riorganizzazione territoriale, l’impegno nella formazione professionale, la diffusione di poli di istruzione superiore sul territorio provinciale. Il profilo più alto di questo progetto fu la creazione dell’Istituto superiore di scienze sociali.
Sociologia entrò ben presto nel vortice di quella forte trasformazione del Paese e dell’Europa che caratterizzò la fine degli anni Sessanta. Sociologia fu una fucina di idee, un luogo di crescita culturale, una grande palestra aperta per i giovani che si interrogavano sul senso della società esistente e sul senso da attribuire alla società del domani.
Nel 1966, dal 25 gennaio al 2 febbraio si ebbe a Trento la prima occupazione da parte degli studenti di Sociologia. Chiedevano che fosse preservata la propria specificità e non venisse trasformata in una facoltà di scienze politiche.
L'anno seguente, nel marzo 1967, all'Università di Sociologia si tenne la "Settimana del Vietnam", con mostre, dibattiti e la proiezione di filmati. Sociologia, occupata dagli studenti, venne chiusa d'autorità. Gli studenti organizzarono allora una marcia silenziosa per le vie della città. Con l'autunno le agitazioni studentesche, echeggiando la miscela di motivi politici che aveva innescato analogo movimento a Parigi, si estesero a tutto il territorio nazionale. Nella intensa circolazione di iniziative e progetti tra i vari Atenei, Sociologia di Trento s'impose per originalità di elaborazione e per capacità di coinvolgimento.

Il 1968 è l' anno storico della contestazione studentesca che ha a Trento uno dei suoi luoghi "cruciali". Febbraio inizia con la terza occupazione da parte degli studenti che reclamano l' autogestione. Il 26 marzo nel duomo cittadino, mentre un francescano sta tenendo il quaresimale, uno studente lo interrompe. Nei giorni successivi altri studenti, al momento della predica, escono dalla chiesa per fermarsi davanti al portone a leggere testi di padre Balducci e di don Milani (il "contro-quaresimale"). In città si hanno momenti di tensione. Il 31 marzo una marea di persone, fatte venire anche dalle valli da attivisti della Democrazia Cristiana e del PPTT, manifesta con un corteo per le strade di Trento e in piazza Duomo contro Sociologia; si tenta anche di occuparne l'edificio di via Verdi che è presidiato dagli studenti.
Ripercorre questa vicenda Marco Boato, già studente di Sociologia, dirigente politico, docente universitario e deputato e senatore.


organizzazione: CSSEO Centro Studi sulla Storia dell'Europa Orientale