Edipo a Hiroshima: un urlo di pace

70 anni dopo la strage

Teatro
Edipo a Hiroshima

Rielaborazione e regia del testo di Luigi Candoni a cura di Alfonso Masi
Con le voci di Ester D’Amato, Giovanna Laudadio,
Mariaconcetta Lucchi, Beatrice Ricci, Chiara Turrini, Vito Basiliana,
Mimmo Iannelli, Alfonso Masi, Luigino Mongera,
Fiorenzo Pojer, Michele Tabarelli, Lino Tommasini
Elementi scenici di Gianmaria Bertoldi

Il 6 agosto 1945, nel cielo di Hiroshima, un uomo premeva un pulsante e qualche istante dopo una città di 300.000 abitanti esplodeva in un bagliore solare esalando un mostruoso fungo di ceneri e morte.
Nel presente dramma il protagonista esige di essere processato per tale strage, ma sia l’accusa che la difesa tentano di convincerlo della bontà dell’impresa militare compiuta, senza capire i rimorsi e la voce della coscienza dell’imputato, che alla fine si toglie la vista; come Edipo aveva ucciso chi non conosceva, Alan Darnell uccise degli uomini senza sapere che gli erano fratelli. La rappresentazione, sebbene ricordi un episodio di settant’anni or sono, mantiene ancora la propria attualità perché la produzione di armamenti nucleari si è estesa in potenza con la produzione di bombe capaci di una devastazione cento volte superiore di quel primo ordigno sganciato su Hiroshima; inoltre alle due superpotenze USA e URSS (ora Russia), che nel dopoguerra detenevano il monopolio delle armi nucleari, si sono aggiunte Gran Bretagna, Francia, Cina, India, Pakistan, Israele e Corea del Nord. Inoltre la presenza di basi nucleari si estende anche a paesi alleati e, per quanto riguarda la nostra Italia, vi sono 90 atomiche degli USA, 50 dislocate nella base militare di Aviano (PN) e 40 in quella di Ghedi di Torre (BS). Sono di tre modelli con potenza di 107, 80 e 45 Kiloton; si pensi che 107 kiloton corrispondono a una potenza distruttrice superiore 10 volte alla bomba che colpì Hiroshima. Questi ordigni attualmente devono essere adattati per poter essere montati sui bombardieri F35, quei costosissimi aerei che l’Italia sta acquistando dagli USA. L’attualità della rappresentazione teatrale deriva inoltre dal primato della coscienza morale esaltata al di sopra di qualsiasi ordine umano e che non può in alcun modo giustificare uccisioni e tanto meno stragi; proprio per esaltare il primato della coscienza è stata affidata ad una attrice (Ester D’Amato) il ruolo di interpretare la figura del pilota Alan Darnell, che viene così ad personificare la coscienza umana e la sua importante funzione. Nell’ultimo minuto prima dell’ora zero l’aria venne riempita da un rumore strano e inatteso: era il gracidare delle rane, di centinaia di rane, che all’alba si accoppiavano. Nell’istante che precedeva l’esplosione della prima atomica il deserto risuonava di questo inno alla vita che si perpetuava. Erano le ore 5.29 di lunedì 16 luglio nel deserto del New Mexico. Qui sorse un secondo sole, una palla di fuoco luminosa in continua espansione che terrorizzò tutti quelli che la guardarono. Quei primi secondi trascorsero in un silenzio di tomba, ma subito alla luce seguì un rombo apocalittico e con il suono giunse anche un’onda d’urto imponente. Un cratere di 360 metri di diametro e sette metri di profondità circondava il luogo dello0 scoppio; in un raggio di 1.600 metri ogni essere vivente era scomparso. Ci sarebbero voluti 5.000 bombardieri con a bordo un carico completo di esplosivo per ottenere un effetto simile. La prova generale della bomba atomica era terminata.

Già dal mese di maggio nella base di Tinian nelle Isole Marianne gli equipaggi del 509° gruppo dell’aviazione americana si preparavano per la missione del 6 agosto contro una città giapponese; nessuno di loro sapeva per quale motivo stessero affrontando un addestramento impegnativo al massimo. In effetti la preparazione era iniziata già l’anno prima con esercitazioni ad Alamogordo sganciando bombe da un’altezza di 9.600 metri; e nessuno osava chiedere il motivo di quelle strane esercitazioni. Solo una persona ne era a conoscenza, il colonnello Paul Tibbets, che teneva la bocca perfettamente cucita.

E venne il 4 agosto: due giorni precedevano una seconda ora zero. Tibbets radunò tutti i membri dell’equipaggio, mostrò le mappe di tre città giapponesi: Hiroshima, Kokura, Nagasaki. Una di queste città sarebbe stata bombardata con la nuova arma e Hiroshima era l’obiettivo primario. Alla missione avrebbero partecipato sette B29: tre aerei avrebbero agito da osservatori meteorologici e sarebbero decollati in anticipo per poi comunicare via radio le condizioni del tempo e la visibilità su ciascuno dei tre obiettivi. Se il cielo di Hiroshima fosse stato coperto, la sorte sarebbe toccata a una delle altre due città. A Hiroshima si sarebbe diretto il maggiore Claude Eatherly, accanito giocatore di poker che aveva battezzato il suo B29 con il nome di Straight Flush, Scala Reale nel gioco del poker.

 

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