Educazione siberiana

Convegno

Una terra di nessuno, un posto che pare fuori dal mondo, la Transnistria, nel cuore dell’Europa e in mano alla criminalità organizzata. Attraverso lo sguardo di un giovane, entriamo in contatto con un mondo parallelo e sconosciuto, basato su regole e gerarchie nuove e sovversive rispetto a quelle tipiche della società civile. Una controcultura separata dalla società che la accoglie e che, come la mafia italiana, segue delle regole proprie tramandate attraverso le generazioni. Educazione siberiana, lo sfolgorante esordio di NICOLAI LILIN.

Nicolai Lilin
Educazione siberiana
Einaudi, 2009

Cosa significa nascere, crescere, diventare adulti in una terra di nessuno, in un posto che pare fuori dal mondo? Pochi forse hanno sentito nominare la Transnistria, regione dell'ex Urss autoproclamatasi indipendente nel 1990 ma non riconosciuta da nessuno Stato. In Transnistria, ai tempi di questa storia, la criminalità era talmente diffusa che un anno di servizio in polizia ne valeva cinque, proprio come in guerra. Nel quartiere Fiume Basso si viveva seguendo la tradizione siberiana e i ragazzi si facevano le ossa scontrandosi con gli "sbirri" o i minorenni delle altre bande. Lanciando molotov contro il distretto di polizia, magari: "Quando le vedevo attraversare il muro e sentivo le piccole esplosioni seguite dalle grida degli sbirri e dai primi segni di fumo nero che come fantastici draghi si alzavano in aria, mi veniva da piangere tanto ero felice". La scuola della strada voleva che presto dal coltello si passasse alla pistola. "Eravamo abituati a parlare di galera come altri ragazzini parlano del servizio militare o di cosa faranno da grandi". Ma l'apprendistato del male e del bene, per la comunità siberiana, è complesso, perché si tratta d'imparare a essere un ossimoro, cioè un "criminale onesto". Con uno stile intenso ed espressivo, anche in virtù di una buona ma non perfetta padronanza dell'italiano, a tratti spiazzante, con una sua dimensione etica, oppure decisamente comico, Nicolai Lilin racconta un mondo incredibile, tragico, dove la ferocia e l'altruismo convivono con naturalezza.

«Quando ero un ragazzino scrissi un racconto metafisico e surrealista e lo inviai a Goffredo Fofi. Dopo qualche giorno mi arrivò un foglio di poche righe in una busta di carta riciclata: "Mi piace come scrivi, peccato che scrivi idiozie. Affacciati alla finestra e raccontami cosa vedi, scendi giù, attraversa cosa vedi. Poi rispediscimi tutto, e ne riparliamo." Da allora affacciarsi e attraversare le cose mi sembrò l'unico modo per poter scrivere parole degne di essere lette. Nicolai Lilin non ha fatto altro che affacciarsi, fuori dalla casa in cui è nato, dentro la sua stessa vita e raccontare ciò che ha visto, sentito, il mondo in cui è stato educato. E lo ha fatto in un libro, Educazione siberiana.Un romanzo come se ne leggono pochi, che racconta di un mondo scomparso, quello degli Urka siberiani. [...] Dopo un po', intorno alle pagine di Educazione siberiana, inizierà a materializzarsi un intero mondo. Sembrerà lontanissimo, altro, ma bevuto tutto lascerà un gusto in cui si ritrovano in forma diversa molti sapori simili al nostro mondo e questo genererà un brivido difficile da dimenticare».
Roberto Saviano, la Repubblica

Il primo lettore di Nicolai Lilin è stato Roberto Saviano, che sulle pagine di Repubblica ha salutato l'uscita del romanzo con una lunga intervista al suo autore. Da allora, Educazione siberiana ha ottenuto un notevole successo di pubblico, tanto da diventare, in pochi giorni, uno tra i libri più venduti in Italia. E non soltanto: Educazione siberiana sarà infatti tradotto per iniziare in undici lingue - inglese, tedesco, francese e spagnolo, ma anche catalano, portoghese, olandese, finlandese, greco, rumeno e israeliano - e pubblicato in molti Paesi del mondo.

Al centro del libro di Lilin, una regione di cui non si conosceva quasi nulla, la Transnistria, stato dell'ex Unione Sovietica autoproclamatosi indipendente nel 1990. Un mondo regolato da leggi tutte sue espresse anche dai tatuaggi che ricoprono il corpo degli uomini, secondo un'antica tradizione degli Urca siberiani che oggi Lilin, emigrato dalla Transnistria al Piemonte, continua nel suo studio di tatuatore.

Sul sito de L'era glaciale, il programma di RaiDue condotto da Daria Bignardi, è disponibile il video dell'intervista a Nicolai Lilin >> in cui l'autore ha parlato a lungo del suo libro e del mondo che lo ha ispirato.

Giovedì 30 luglio, alle ore 21, a Levico Terme (Teatro Oratorio, Via Mons. Caproni 16) si terrà un incontro con Nicolai Lilin.