Guerra, Tecnologia e Diritto
Il ciclo di incontri, iniziato il 24 marzo scorso, è giunto al suo ultimo appuntamento: mercoledì 8 giugno alle ore 17.30 si tiene la conferenza dedicata al tema“Guerra, tecnologia e diritto”, ospitata negli spazi dell’Officina dell’Autonomia in via Zanella 1/A a Trento.
Gli interventi che si susseguiranno saranno tre, tenuti da docenti e ricercatori dell’Università degli studi di Trento.
Mirco Elena affronterà il tema dell’ “Evoluzione tecnologica in generale e in particolare quella bellica attorno agli anni della prima guerra mondiale”. Fin dagli antichi Romani la tecnologia e poi la scienza hanno sempre giocato un ruolo importante nelle vicende belliche. Ma è con la prima guerra mondiale che le invenzioni diventano numerose e sempre più impattanti. Il processo continua e si fa più decisivo con il secondo conflitto mondiale, culminando con l'introduzione delle bombe nucleari. Le tecnologie spaziali aggiungono successivamente una nuova dimensione, ancora in fase di sviluppo. Mirco Elena nel suo contributo cercherà di delineare i vari passaggi di questa evoluzione.
“Le armi nel diritto internazionale dei conflitti armati: vecchie regole per nuovi problemi” è invece il titolo dell’intervento di Marco Pertile, che analizzerà i problemi specifici posti dalle armi di distruzione di massa, soffermandosi poi su alcuni sviluppi recenti come il crescente impiego di velivoli a pilotaggio remoto e lo sviluppo dei sistemi d'arma automatici.
Infine Paolo Foradori parlerà de “Le armi nucleari tattiche in Italia”. Cinque paesi della NATO – Belgio, Germania, Italia, Olanda e Turchia – continuano a schierare armi nucleari tattiche americane all’interno dei propri confini. La presenza, il ruolo e il futuro di queste armi sono oggetto di un vivace dibattito in Europa e negli Stati Uniti, dove si discute della loro utilità nello scenario attuale della sicurezza atlantica e dell’opportunità, o meno, di una loro ulteriore riduzione o completa eliminazione. Il caso italiano sarà analizzato nel dettaglio da Paolo Foradori nel suo intervento.