I sogni perduti di una generazione

Convegno

Venerdì 3 agosto 2007, a Levico Terme, alle ore 21,00, al Treatro-Oratorio (Via Monsignor Caproni), è organizzato un incontro con Toni Capuozzo, vicedirettore del Tg5 e conduttore di «Terra!». Discutono con lui Andrea Angeli (Missione di pace ONU a Timor Est) e l’on Marco Boato. Introduce Fernando Orlandi.

Sul finire degli anni Settanta, due giovani partirono per l’America Latina. A spingerli erano il mito della rivoluzione cubana, la voglia di vedere il mondo e, forse, la speranza di una vita diversa. Non fuggivano da nessuno, non avevano alle spalle nessuna complicità con la lotta armata, o storie di droga, come purtroppo accadeva a molti della loro generazione. Non si conoscevano, se non di sfuggita, e i loro cammini non si incrociarono mai, in quel continente che li avrebbe definitivamente cambiati. Uno si chiamava Elio, atterrò in Brasile, poi si spostò in Nicaragua, per aiutare il paese appena liberato dalla dittatura di Somoza e approfondire l’esperienza della riforma agraria nicaraguense. Ma il suo impegno non gli parve sufficiente: andò nel Salvador per combattere una guerra civile da straniero, per far trionfare quello che credeva fosse il fronte giusto. E nel Salvador morì.
L’altro era Toni Capuozzo. Giunse in Nicaragua dagli Stati Uniti passando per il Messico, e scrisse ciò che vide del paese in rivolta in un quadernetto. Al suo rientro in Italia riuscì a pubblicarlo sotto forma di un lungo articolo: la rivoluzione, quella prima volta, era stata soffocata nel sangue. Quando i sandinisti ricominciarono a combattere, e vinsero, Capuozzo tornò in Nicaragua, come inviato. Era nato un giornalista, un corrispondente di guerra. Il ragazzo pieno di sogni e aspirazioni, in quegli anni di vagabondaggio nell’America del Sud, pian piano si trasformò: vide i tragici errori della rivoluzione, capì che a volte gli ideali costringono, in buona o cattiva fede, ad agire in modo inumano, e infine, di fronte alla tragedia dei profughi mískitos scacciati e sterminati dai sandinisti comunisti, varcò il suo personale spartiacque, quello che Elio non varcò mai.
Questo libro, percorso da una nostalgia struggente e da una consapevolezza amara, eppure mai rassegnata, racconta una disillusione che è stata quella di tanti, ma anche la storia di un uomo che si è scoperto giornalista, la sua vocazione a osservare e descrivere la realtà, a viaggiare e narrare i luoghi e le persone. E, soprattutto, racconta le storie di Elio, di Peter, di Checco, del Che, di Borges, del Molly Aida di Fitzcarraldo che naviga sul Río delle Amazzoni e di tutti i ricordi e i fantasmi di un mondo che non esiste più, il mondo delle illusioni di una generazione, a cui Toni Capuozzo ha trovato la forza di dire adiós.

Toni Capuozzo (Palmanova 1948) si è laureato in Sociologia all’università di Trento. Non si ritiene un inviato di guerra, nonostante abbia seguito da vicino gli avvenimenti delle guerre nei Balcani e dei conflitti in Medio Oriente.
Attualmente è vicedirettore del Tg5, di cui cura e conduce il settimanale di informazione «Terra!». Ha scritto Il giorno dopo la guerra: tra la Bosnia di oggi e un’Italia lontana (Feltrinelli 1996) e ricevuto numerosi premi giornalistici, tra cui il Saint-Vincent, l’Ilaria Alpi, il Flaiano, il Max David, il Premiolino, l’Hemingway.

Andrea Angeli (Macerata 1956) attualmente è alla Missione di pace dell’ONU a Timor Est. Ha fatto parte dei contingenti dei caschi blu in Namibia, Cambogia ed ex Jugoslavia, dove è rimasto per dieci anni consecutivi.
Con le Nazioni Unite ha prestato servizio anche a Santiago del Cile, Baghdad e New York.
Dall’ottobre 2003, per nove mesi è stato portavoce dell’Autorità di Coalizione a Nassiriyah. Nel 2005-2006 è stato a Skopjie, portavoce della Missione Speciale Europea nella ex Repubblica jugoslava di Macedonia.


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