Il Respiro delle pietre

Mostra

Dal 24 ottobre al 7 novembre 2025, il gruppo artisti trentini La Cerchia presenta la mostra “Il respiro delle pietre”.

La rassegna verrà inaugurata venerdì 24 ottobre alle ore 18.

“Il Respiro delle pietre”

Il titolo prende spunto all'idea, presente in alcune cosmogonie, che la pietra partecipi a un ritmo sonoro comune a tutti gli esseri. Più in generale ci dice che la pietra è stata percepita nel tempo sia come qualcosa di vivo che come un oggetto inanimato. Come una entità che si pone sul confine tra una dimensione fisica e una culturale. Un’interazione, quella tra l’uomo e la pietra, che ha inizio nella preistoria, con un utensile dalla forma simmetrica come l’amigdala, dove convivono funzione pratica e percezione estetica, e le pitture sulle superfici rocciose delle grotte.

Un rapporto che si è sviluppato nei secoli in modo complesso, ricco di varianti, e in cui rientra a pieno titolo la scoperta della geologia, che avviene alla fine del ‘700, e ci porta dentro quel “tempo profondo” che è dato dalla storia della Terra.

Una relazione tutt’ora viva e ancora oggetto di riflessioni, se alla Biennale di Architettura di Venezia di quest’anno, all’ingresso dell’Arsenale, si può leggere su uno schermo che “le pietre sono organismi viventi, sono il complesso ambiente di interdipendenza transpecie in cui il vivente e il minerale diventano indistinguibili”.

Suggestioni con cui gli artisti del gruppo si sono misurati, in uno confronto con il proprio linguaggio visivo, in una ricerca che si è concretizzata nelle opere originali presentate in questa rassegna.

Così, nella mostra, lo sguardo scorre una galleria di immagini dove incontriamo, con Carla Caldonazzi, la rappresentazione delle pareti rocciose delle montagne, così come le pietre sospese, segnate dal tempo, di Bruno Degasperi.

Mentre in Irene Leveghi, prendendo spunto da una poesia di Charles Simic, è un uomo che si immedesima in un sasso: "..càlati in un sasso, all’esterno è un enigma…ma fresco e quiete deve esserci all’interno”.

In simbiosi con l’umano sono pure le rocce, che emergono tra le radici, di Licia Bertagnolli. Se Roberto Segati evoca i mondi primordiali delle ammoniti, in Silvio Magnini, pietre di diversa provenienza si compongono in un muro dalla superficie accidentata a cui la luce dona vita e colori.

In Domenico Ferrari i paesaggi vulcanici dell’Islanda ci raccontano il “respiro della terra”, mentre In Giorgio Tomasi su una lastra di ardesia compare, appena decifrabile, una sagoma umana.

In Elisa Zeni una pietra emerge in una luce bluastra dando luogo a una visione quasi onirica, mentre in Luisa Bifulco, la pietra si fa elemento dinamico scagliato nell’aria, mentre in Pierluigi Negriolli una roccia emerge come una scheggia dalle viscere dalla terra fino a farsi urlo.

Un cristallo prismatico, in un fluire magmatico di segni, è al centro della composizione di Giulia Tamanini. In Adriano Fracalossi la parete di pietra è quella scavata dall’uomo per ricavarne una dimora.

Mentre pietre scolpite sono quelle che appaiono in Roberto Piazza e Elisabetta Doniselli, con la testa del satiro memoria di un tempo passato.

Infine, se in Ilario Tomasi un monolite enigmatico compare tra le abitazioni, in Paolo Dalponte è una marea surreale di sassi quella che sembra salire tra i grattacieli.

La rassegna presenta opere di Licia Bertagnolli, Luisa Bifulco, Carla Caldonazzi, Paolo Dalponte, Bruno Degasperi, Elisabetta Doniselli, Domenico Ferrari, Adriano Fracalossi, Irene Leveghi, Silvio Magnini, Pierluigi Negriolli, Roberto Piazza, Roberto Segati, Giulia Tamanini, Giorgio Tomasi, Ilario Tomasi e Elisa Zeni.

Il progetto ha anche incluso, nella primavera scorsa, una serie di laboratori dedicati al medesimo tema, proposti a giovani e anziani. Attività che saranno documentate nella mostra da immagini proposte su uno schermo a corollario delle opere degli artisti de La Cerchia.

La mostra è corredata di catalogo con testi critici e immagini delle opere esposte.


organizzazione: Gruppo artisti trentini La Cerchia