Il collasso dell’Unione Sovietica

Convegno di studi

Incontri e convegni , Convegno

Con la partecipazione di Andrea Borelli, Marco Buttino, Mario Corti, Vincenzo Calì, Carolina de Stefano, Massimo Libardi, Fernando Orlandi, Claudia Palazzo, Dariush Rahiminia, Davide Zaffi e Simone Zoppellaro

La caduta dell’Impero romano d’Occidente viene indicata formalmente dagli storici nel 476 d.C., anno in cui Odoacre depose l’ultimo imperatore romano d’Occidente, Romolo Augusto. Ciò fu il risultato di un lungo processo di declino dell’Impero romano d'Occidente. Gli storici hanno ipotizzato all’origine di questa caduta vi siano stati diversi concomitanti fattori causali. Ma ad oltre 1500 anni di distanza non hanno raggiunto un consenso condiviso.

E un consenso condiviso non esiste un né sulle vicende del 1989 – “L’enigma del 1989” per ricordare un noto libro – né su quelle del1991. Nessuno, inoltre, intuì cosa sarebbero stati il 1989 e il 1991.  Ci si augura di non dovere attendere 1500 anni…

 Trenta anni dopo il collasso inaspettato, per la rapidità e le modalità in cui avvenne in quello scorcio finale di 1991, è giunto il momento di tentare una reinterpretazione della fine dell’Unione Sovietica. Indubbiamente l’approssimazione e l’indecisione con cui Mikhail Gorbachev tentò di riformare il paese, produssero dei risultati opposti a quelli sperati, una vera eterogenesi dei fini. L’agognata rivitalizzazione dell’economia non si materializzò, mentre la sempre più nutrita stampa di rubli produsse effetti contrari, fino a incapacitare lo stesso governo: una inflazione a spirale, il panico dei consumatori, la mancanza di generi alimentari nei negozi, persino degli alimenti fondamentali. In breve la discesa di molti sovietici nella povertà.

La mobilitazione nazionalista e il separatismo di molte repubbliche, aggravarono la situazione già critica. Ma fu soprattutto un implacabile Boris El’tsin, nella serrata battaglia per cercare di scalzare Gorbachev, l’uomo che qualche anno prima lo aveva pubblicamente umiliato, ad assestare colpi risolutivi all’Unione Sovietica.

Ma sul destino e la fine dell’URSS pesò anche l’operato dell’Amministrazione Bush. Washington e Londra nel 1991 erano a conoscenza dei segretissimi programmi di guerra biologica e batteriologica di Mosca. E nelle discussioni riservate tra i più stretti collaboratori del presidente George Bush si era già creato un consenso attorno alla posizione esplicitata dal Segretario al Tesoro Nicholas Brady nel giugno 1991. Brady, infatti, sostenne che sarebbe stato nell’interesse della sicurezza degli Stati Uniti cambiare “la società sovietica in modo che non possa permettersi un sistema di difesa” e che lo stato sovietico divenga “una potenza di terz’ordine, che è quello che vogliamo”.

 Alcuni noti studiosi, e fra questi l’autorevole Rudol’f Pikhoya, sostengono che il collasso dell’URSS fu il risultato di un patteggiamento tra le élites del PCUS, che privatizzarono l’economia sovietica, anzi, che avevano iniziato a farlo ben prima del putch dell’agosto 1991 e appunto per questo non si schierarono a difesa dello stato sovietico.

Il PCUS oramai era divenuto la caricatura del partito-stato di un tempo: nella società era già stato marginalizzato e discreditato e si stava frammentando. La glasnost’, soprattutto, aveva eroso un pilastro fondamentale del sistema di potere sovietico. Con la glasnost’, la denuncia dei crimini del regime, le rivelazioni sulla storia passata e le discussioni sempre più libere, l’ideologia che lo legittimava ed era la colonna vertebrale della visione sovietica del mondo, divenne un vuoto sarcofago ritualistico.

Uno stato che era stato inconsapevolmente smantellato dallo stesso Gorbachev, apprendista stregone che già alla fine del 1990 non controllava più molte delle istituzioni del paese che governava: di fatto gli erano rimaste solo le “strutture della forza”. Lo stato unitario stava andando in frantumi.

 Pe alcuni, il fardello del complesso militare-industriale è una “leggenda occidentale della Guerra Fredda”. Per altri, invece, il peso oramai insostenibile delle spese militari sull’economia nazionale aveva condotto l’Unione Sovietica verso una crisi sistemica non dissimile a quella che il paese esperì alla morte di Stalin.

Poteva davvero essere riformata l’URSS? Oppure era un sistema che non poteva essere preservato senza il mantenimento e l’impiego della forza?

 Con un colpo di mano, il 25 dicembre 1991 cessò di esistere l’Unione Sovietica come stato sovrano. In queste due giornate di studi intendiamo riflettere su queste vicende esaminando in modo particolare quanto avvenne nelle periferie dell’URSS, negli stati del Caucaso e in Asia centrale.

 

Programma

venerdì 3 dicembre, ore 15,00

Modera Vincenzo Calì (già Università di Trento e direttore del Museo storico in Trento)

Massimo Libardi (Biblioteca Archivio del CSSEO), Introduzione ai lavori

Fernando Orlandi (Biblioteca Archivio del CSSEO), Alcune riflessioni sul 1991

Andrea Borelli (Università della Calabria), Gorbachev e la questione democratica

Mario Corti (già Radio Liberty Samizdat Unit e direttore del Servizio russo di Radio Liberty), Agosto 1991. Il colpo di stato in URSS e il ruolo di Radio Liberty

Marco Buttino (Università di Torino), La fine dell’URSS vista da Samarcanda

 

sabato 4 dicembre, ore 9,00

Modera Davide Zaffi (Biblioteca Archivio del CSSEO)

Carolina de Stefano (LUISS Guido Carli), La questione nazionale, la politica di nazionalità sovietica e il crollo dell’URSS

Simone Zoppellaro (ricercatore indipendente), Il 1991 in Armenia

Dariush Rahiminia (Sapienza Università di Roma), Il 1991 in Azerbaigian

Claudia Palazzo (Centro Studi Italo-Georgiani), Il 1991 in Georgia

Costi

Per la partecipazione in presenza è necessaria la prenotazione, inviando una mail all’indirizzo info@ba-csseo.org e indicando il proprio nome e cognome e numero di cellulare.

È altresì necessario esibire il Green Pass e indossare la mascherina.

I lavori del convegno si potranno seguire on- line sulla piattaforma Zoom 

Link di accesso via web, piattaforma

Zoom, senza passcode.

3 dicembre:

https://us02web.zoom.us/j/899726130

4 dicembre:

https://us02web.zoom.us/j/895335177