Il compagno Rabinovitch

Teatro

L'arte dell'incontro

Il compagno Rabinovitch
di e con Moni Ovadia

SALOMONE “MONI” OVADIA
Nato a Filippopoli nel 1946, è un attore teatrale, cantante e compositore italiano di origine ebraica.
Ovadia si laurea in Scienze Politiche all’Università Statale di Milano. Contemporaneamente al suo percorso accademico, muove i primi passi artistici sotto la guida di Roberto Leydi, con cui inizia la sua carriera di cantante e musicista nel gruppo “Almanacco Popolare”.
Nel 1972 fonda il “Gruppo Folk Internazionale”, che propone soprattutto il repertorio delle regioni balcaniche. L’esordio teatrale è del 1984.
La grande svolta viene data dallo spettacolo “Oylem Goylem” (“Il mondo è scemo”, in lingua yiddish), con cui si impone all’attenzione del grande pubblico. Lo spettacolo fonde abilmente musica klezmer che Ovadia canta con voce profonda e appassionata e riflessioni condotte alla luce della cultura ebraica e del witz, il tradizionale umorismo ebraico.

Chi è il compagno Rabinovich?
Sentiamolo da una sua celebre risposta:
- “Compagno Rabinovich siete membro del partito?”
- “No! Io sono il suo cervello!”.
Il compagno (tovarisch) Rabinovich o il cittadino (grajdanìn) Rabinovich è il carattere più celebre dell’umorismo ebraico-sovietico.
Attraverso la sua arguzia e le sue avventure noi possiamo viaggiare nelle nefandezze, nelle assurdità, ma anche nei paradossi e nelle contraddizioni umane del sistema sovietico e, per “simpatia”, di tutti i sistemi del cosiddetto “socialismo reale”.
Quel sistema liberticida era fondato sulla polizia, la burocrazia, la repressione e la retorica di una propaganda pervasiva fino all’inverosimile.
Tuttavia, l’era dell’Urss, non fu solo un tempo popolato da uomini larva o robot e da crudeli tiranni e sbirri ossequienti come piaceva per ragioni strumentali ad una propaganda forsennata e perversa. In quel tempo, in quello spazio, donne, uomini, vecchi e bambini seppero anche vivere, amare, ridere, gioire, e talora seppero perfino sentirsi partecipi di un grande sogno di fratellanza internazionale.
In Unione Sovietica negli anni rivoluzionari ci fu una straordinaria cultura, prima di adesione, in seguito di opposizione.
Ci furono primavere politiche che sembravano potere sciogliere i ghiacci dell’oppressione poliziesca e burocratica, ci furono grandi conquiste tecniche e scientifiche, ma anche sociali e politiche. Questa umanità, con le sue glorie e i suoi dolori, con le sue debolezze e le sue miserie vogliamo guardare con l’estro impertinente del compagno ebreo Rabinovich e delle sue storie e storielle, vogliamo cantare i drammi, gli orrori, ma anche le gioie, gli eroismi, e le speranze di quel tempo.
Lo faremo anche con canti poemi, confessioni e aneddoti, perché quell’umanità non venga inghiottita nel bidone di plastica della spazzatura revisionista televisiva.
Lo faremo per rendere giustizia alle vittime strumentalizzate o ignorate, ai sognatori e agli sconfitti gloriosi che si sacrificarono perché noi vivessimo in un mondo migliore.


organizzazione: Associazione ArteGiovani di Tione