Il piacere dell'imprevisto

Incontro-Dibattito con Claudia Palazzo

Incontri e convegni

Si legge in un manifesto di Ryanair affisso nello scalo romano di Fiumicino: “Orgogliosi di supportare il turismo verso l’Italia”. Emanuele Giordana, a proposito di quel “supportare”, si è chiesto cosa avrebbe fatto Claudia Palazzo al grafico pubblicitario e al responsabile delle campagne di Ryanair.

Claudia Palazzo è una giovane storica. Ma è anche una brillante scrittrice, che ha esordito con uno sfolgorante “Morte del piccolo principe e altre vendette” (Il Palindromo, 2016).

Claudia Palazzo ha una ossessione: l’italiano. E nutre un profondo orrore verso tutti quegli inglesismi che hanno invaso la lingua italiana (supportare, implementare o il terribile “di sempre” che ora impazza), Ma non solo; anche quel non meno terribile “piuttosto che” divenuto ormai una delle tante inesplicabili aberrazioni della nostra lingua.

E Claudia Palazzo non perdona. Non perdona non soltanto il cattivo uso dell’italiano, e dunque l’ignoranza, ma nemmeno la supponenza, il potere mal esercitato, la spocchia. le ingiustizie. E, in ogni racconto della sua breve raccolta, punisce. Ferisce mortalmente e nella maniera più feroce. Dissacrando.

Tanto dissacrando che persino il piccolo, tenero principino uscito dalla penna di Saint-Exupéry fa una pessima fine. Ma come, persino lui tanto carino? Si, perché altrettanto viziato, moccioso spocchiosello che non merita pietà. Ed è forse – proprio per la sua carica dissacrante – il racconto più riuscito che apre una piccola galleria di feroci esecuzioni. Favolette moderne ma... attenzione. Molto più feroci di quanto non lo siano le favole dei fratelli Grimm. Dunque lettura consigliata per far addormentare i vostri pargoletti. Dopo la lezione di italiano piuttosto che d'inglese, piuttosto che di matematica, piuttosto che... 

“Morte del piccolo principe e altre vendette” è un delizioso ed esilarante libro che raccoglie sei racconti di Claudia Palazzo. I testi sono poi legati dal tema della vendetta. Materiale o metaforica, i personaggi del libro la utilizzano come rivalsa dei vinti sui vincitori, dei vessati sui vessatori. Poco importa se a contrapporsi siano un viziato principino e una serva; un datore di lavoro con il suo staff complice e una giovane cameriera; un uso distorto della lingua italiana e una scrupolosa studentessa; un giudice frustrato e un condannato; la Storia stessa e un integerrimo intellettuale siriano.

Claudia Palazzo utilizza vari registri per proporci, fra ironia e paradosso, il tema universale e serissimo della Giustizia.


organizzazione: Biblioteca Archivio del CSSEO