Incontri di Analisi e Composizione

Incontro con Giorgio Benati

Incontri e convegni

Aspetti numerologici nelle composizioni organistiche di J.S. Bach 

 

La numerologia esula da un contesto meramente matematico entrando a far parte dell‘ampio vocabolario simbolico-musicale a disposizione del compositore. Possiamo definirlo un approccio reservato alla musica.

Pertanto, non arida speculazione od elitario distinguo, bensì un altro aspetto dell’Ars Rhetorica con il suo aspetto del movere e del docere, concetti che Bach cita nei suoi frontespizi. Chi, come Bach, operava musicalmente sul testo biblico era obbligato a soffermarsi sugli aspetti numerologici.

Tra i vari codici numerologici diffusi in Occidente, la Ghematria era quello generalmente più applicato. Nel Quattrocento il motteto Nuper rosarum flores di Guillaume Dufays (1400?-1474) è l’esempio più famoso di numerologia applicata alla musica con le sue proporzioni matematiche riferite alla cupola del Brunelleschi del Duomo di Firenze ma abbiamo altri mirabili testimonianze da Johannes Tinctoris (1435-1511?), Josquin des Prez (1440-1521), Jacob Obrecht (1452-1505) e molti altri.

Il Rinascimento afferma un sentire nuovo, una nuova estetica basata sull’armonia delle proporzioni e sul valore del numero.

Con il Barocco mentre in Italia Vincenzo Galilei nel suo Dialogo dell‘antica Musica biasima quei compositori dediti a tecniche troppo speculative, in Germania l’interesse per la Cabala ritrova un maggiore vigore migrando verso le sfere più recondite del sapere. Ampie e molto dotte te testimonianze che ci sono pervenute. Friedrich Smend cita le pubblicazioni Der biblische
Mathematicus del predicatore luterano Johann Jakob Schmidt (1736) ed il 19.

Capitolo dei Paradoxal-Discourse di Andreas Werckmeister (1707), intitolato Von der Zahlen geheimen Deutung
(sul significato segreto dei numeri) ma anche il Musicae mathematicae hodegus curiosus oder Richtiger Musicalischer Wegweiser, pubblicato a Lipsia nel 1687. Tutti testi che Bach potrebbe aver conosciuto.

Già Gottfried Wilhelm von Leibniz (1646-1716) aveva sostenuto che "la musica è l' esercizio matematico nascosto di una mente che calcola inconsciamente". L'affermazione fu poi ripresa da Lorenz Christoph Mizler (1711-1778), un allievo di Bach che fondò nel 1738 a Lipsia la Correspondierende Societät der musicalischen Wissenschaften, un'associazione dedicata a studi scientifico-musicali, con l' intento di mostrare i legami della matematica con la musica. Bach, sollecitato da alcuni anni ad entrarvi, vi aderì solo nel giugno 1747 quando si pervenne al 14° membro. Per Bach il numero 14 era troppo importante, era il suo numero preferito. Il 14 infatti era la somma del suo cognome Bach (2+1+3+8=14). Amplissima è la testimonianza bachiana dell’utilizzo dei rapporti numerici, non solo con motivazioni alcune volte speculative ma spesso con riferimenti biblici e simbolico-religiosi.