Johann Sebastian Bach: le sei sonate per clavicembalo e violino

In una lettera del 1774, Carl Philipp Emanuel Bach a proposito delle sei sonate per clavicembalo e violino composte da suo padre, scrive che esse "suonano ancora molto bene e le trovo belle nonostante abbiano più di cinquant'anni.
Contengono alcuni adagii dalla cantabilità tuttora insuperata". E in effetti i tempi lenti di queste sonate sono ricchi di sensibilità e di sonorità emotive, toccanti e al tempo stesso sublimi nella loro forma e nel loro contenuto.
Curioso notare che alla morte dell'autore (28 luglio, 1750), questa raccolta non venne menzionata da Carl Philipp Emanuel nel necrologio; venne aggiunta in seguito dallo stesso.
Non è dato sapere se le composizioni fossero incluse nella biblioteca di Johann Sebastian ancora all'epoca della sua morte. Purtroppo non è rimasto nessun manoscritto autografo, nè si è a conoscenza del titolo autentico della collana. Il penultimo figlio di Bach, Johann Christoph Friedrich ricordava di aver visto lavorare suo padre su queste meravigliose pagine attorno al 1748/49, credendo erroneamente che le stesse componendo in quegli stessi anni.
Albert Schweitzer sostiene che queste opere siano state scritte tutte nello stesso periodo com'era abitudine di Bach, ma non si conosce a tutt'oggi l'anno esatto di composizione. Tuttavia, è presumibile che le sonate per clavicembalo e violino siano venute alla luce nei primi anni di attività di Bach a Lipsia, all'incirca nel 1723. La prima copia superstite, è datata 1725 e proviene da Johann Heinrich, nipote e allievo di Johann Sebastian Bach. Il manoscritto porta il titolo di "Sei Suonate à Cembalo certato è Violino Solo".
Esiste poi un'altra copia risalente agli anni quaranta del XVIII secolo, uscita dalle mani dell'allievo poi genero di Bach, Johann Christoph Altnickol, della quale Christoph Wolff dichiara avere "un ruolo importante nella ricostruzione della storia di queste sonate poiché contiene una serie di accurate revisioni che il compositore apportò alla partitura e che riguardano tutti i brani. Questa copia rivela anche che la raccolta, risalente a una ventina di anni addietro, continuò a essere eseguita e che il compositore seguitò a perfezionarla persino nell'ultima fase della sua vita. [...] Johann Sebastian Bach deve essersi reso conto che questi lavori assolutamente innovativi alla metà degli anni venti, fossero ancora all'avanguardia negli anni quaranta, altrimenti non vi sarebbe tornato sopra con tanta cura".
Nel concepire le sei sonate Bach si attenne, in particolare per quanto concerne le prime cinque, allo schema tradizionale formato da quattro movimenti (lento-veloce-lento-veloce). Nella seconda versione dell'ultima sonata (N.6,BWV 1019), il compositore tedesco intervenne inserendo dopo i primi due tempi iniziali (Allegro; Largo) un pezzo solistico destinato al clavicembalo (Allegro [cembalo solo]). Con questa procedura Bach affidò al clavicembalo un ruolo di partner non più subalterno e non più impegnato nell'esecuzione circoscritta al Basso ma, al contrario, privilegiando lo strumento a tastiera estendendo la parte anche al registro del violino. Con chiara evidenza, la mano destra del clavicembalo opera di fatto come un secondo violino.
Interessante notare che, a integrare la dicitura del già riportato manoscritto del 1725 (ad opera del nipote di Bach, Johann Heinrich), viene data un'indicazione che recita così: "col Basso per Viola a Gamba accompagnato se piace". Il "se piace", è segno evidente che l'opzione era consentita ad libitum quindi non da utilizzarsi espressamente, ma in modo facoltativo.
Già alla fine degli anni venti si eseguirono queste sonate utilizzando soltanto il clavicembalo e il violino, così da creare un esempio di modello moderno per le composizioni coeve ed affini. Ancora Wolff scrive che Bach introduce elementi polifonici "allo scopo di conferire alla parte della tastiera una funzione relativamente indipendente. Questo trattamento libero permise a Bach di sfruttare al meglio le caratteristiche sonore contrastanti del clavicembalo e del violino e anche di contrapporre i suoni di breve durata del clavicembalo alle note tenute del violino, in modo da ottenere degli stili di scrittura idiomatici e ben differenziati per i due strumenti ".
Rimarcando il valore inestimabile di questa preziosa raccolta, Albert Schweitzer giunge a dichiarare acutamente che "queste sonate costituiscono per noi il ritratto morale di Bach, poiché esprimono la stessa tristezza profonda e lo stesso sognante misticismo che sono il lato più intimo della sua personalità".
PROGRAMMA:
Sonata II BWV 1015 per violino e clavicembalo
(senza indicazione); Allegro; Andante un poco; Presto
Sonata I, BWV 1014 per violino e clavicembalo
Adagio; Allegro; Andante; Allegro
Sonata VI, BWV 1019 per violino e clavicembalo
Allegro; Largo; Allegro (Cembalo solo): tacet ; Adagio; Allegro
********
PAOLO BERNARDO - violino
Paolo Bernardo ha studiato e si è formato professionalmente in Italia e all'estero. E' il primo e unico violinista italiano ad essersi perfezionato presso l'Alta Scuola Violinistica di Odessa. Ha iniziato gli studi musicali presso il Conservatorio di S. Cecilia di Roma con i maestri Lilia d'Albore e Arrigo Pelliccia, portandoli a compimento con il massimo dei voti nel 1981, presso il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, sotto la guida del maestro Giovanni Adamo. Giovanissimo, è stato invitato da Luciano Berio per effettuare una videoregistrazione in un programma della RAI. Si è perfezionato in seguito a Ginevra con H. Szeryng e in URSS con i maestri Z. I. Istomina e A. L. Mordkovich. S'è diplomato a pieni voti e con la lode alla Regia Accademia Filarmonica di Bologna nel 1981, di cui è membro da quell'anno. Nel 1983 su invito della Cattedra Violinistica del Conservatorio Nezdanova di Odessa, ha tenuto con successo un seminario sull'interpretazione filologica delle Sonate e Partite di J. S. Bach. Ha suonato in importanti istituzioni ed è stato invitato a prender parte in giurie di concorsi nazionali e internazionali. E' titolare della Cattedra di violino principale per la quale tiene anche i corsi di storia e tecnologia, presso il Conservatorio C. Monteverdi di Bolzano.
COSTANZA LEUZZI - clavicembalo
Dopo aver conseguito il diploma di primo livello presso il Conservatorio "F. A. Bonporti” di Trento in clavicembalo e tastiere storiche sotto la guida di Alberto Bugatti con il massimo dei voti e la lode, Costanza decide di approfondire lo studio del basso continuo con il Maestro Roberto Loreggian presso il Conservatorio “C. Pollini” di Padova dove consegue il diploma di secondo livello con massimo dei voti e la lode. Parallelamente agli studi in Conservatorio Costanza ha conseguito la laurea quinquennale in Filosofia presso l’Università degli Studi di Trento. Costanza svolge una regolare attività concertistica che la vede collaborare con ensemble strumentali e vocali in numerosi concerti e festival italiani (Monteverdi Festival Cremona, Smarano Music Festival, Suoni Antichi Riscoperti, Settimane musicali del Teatro Olimpico). Da alcuni anni lavora come Maestro collaboratore al cembalo in diversi Conservatori italiani e svolge attività di accompagnamento per masterclass e corsi di musica antica. Nel 2024 Costanza fonda Egal Ensemble, un gruppo di giovani musicisti con cui propone un programma dedicato alla musica strumentale e vocale di Elizabeth Turner. Con il gruppo ha partecipato a diversi festival (Trento Musica Antica, Musica Reservata, Musica e Antiche Chiese). Nel 2025 il lavoro di ricerca condotto per la tesi di biennio confluisce nel suo primo disco con l'etichetta discografica Brilliant Classics dedicato alle Sei Lezioni per Clavicembalo di Elizabeth Turner. La diffusione della sua musica è il fulcro principale dell'attività musicale di Costanza, che ha anche portato la musica della compositrice inglese in Giappone con due concerti dedicati alla sua musica per clavicembalo solo.
Ingresso libero e gratuito