L'Europa e la Russia: il limite e l'illimitato
All’incontro interviene Massimo Libardi. Introduce Fernando Orlandi
Questi sono i temi che verranno affrontati:
Contrariamente a quanto si possa pensare in un’epoca dove i fatti sembrano avere un dominio incontrastato, la filosofia della storia ha ancora un importante ruolo. Il bisogno di costruire quadri organici e coerenti della realtà e della sua complessità si traduce nella costruzione di sistemi come lo scontro di civiltà o di categorie sovrastoriche come quelle di Occidente e Oriente. Del resto già Erodoto nelle sue Storie poneva il problema del conflitto tra Oriente e Occidente.
Questi concetti sono inoltre dei supporti che permettono di costruire le stesse rappresentazioni identitarie, l’autocoscienza, dei complessi politici e amministrativi.
Nell’incontro-dibattito con Massimo Libardi si parlerà del modo in cui l’Europa si è rappresentata la Russia e, marginalmente, di come la Russia ha rappresentato se stessa. La chiave di queste rappresentazioni è stata trovata in un concetto non storico, ma geografico, quello di limite, usato da Hegel per contrappore l’Asia con le sue pianure illimitate alla Grecia. Nel suo libro su Dostoevskij,che è un libro sull’anima russa, Nikolaj Berdjaev, osservava che “la struttura di una terra, la geografia di un popolo è sempre e soltanto l’espressione simbolica della struttura dell’anima di un popolo, è solo una geografia dell’anima. L’esterno è solo e sempre espressione dell’interno, è solo un simbolo dello spirito.[…] Non per caso un popolo vive in questa o in quella natura, in questa o in quella terra. V’è un rapporto intimo. Nella natura, nella terra stessa si riflettono le tendenze fondamentali dell’anima popolare”.
E così, se cerchiamo cosa differenzi il mondo russo dall’Occidente, dobbiamo cercare la risposta nella conformazione del territorio: “È singolare la struttura dell’anima russa, che si distingue da quella occidentale. Nell’Oriente russo si scopre un mondo immenso, che potrebbe essere contrapposto a tutto il mondo dell’Occidente, a tutti i popoli d’Europa. Gli europei di fiuto sottile lo sentono assai bene. L’enigma dell’Oriente russo li attira. La Russia è una pianura immensa con spazi infiniti. Sulla superficie della terra russa mancano forme nettamente delineate, mancano i confini. Nella conformazione della terra russa non c’è complessità molteplice di monti e valli, non vi sono limiti, che diano una forma a ciascuna regione. L’elemento russo è diffuso per le pianure, finisce sempre nell’immensità. Alla geografia della terra russa corrisponde quella dell’anima russa”.
Da queste osservazioni di Berdjaev prende lo spunto un’indagine che ripercorre i diversi modi in cui questi due mondi si rispecchiano l’uno nell’altro, dove l’immagine non è mai qualcosa di oggettivo, ma la risposta agli interrogativi sul proprio destino.
Ingresso libero
organizzazione: Biblioteca Archivio del CSSEO