L'Italia e l'ascesa di Gheddafi

Convegno

Incontri culturali di Levico Terme

Il ciclo " incontri culturali di Levico Terme" inizia con l’attualità. Come non si poteva non parlare della guerra in Libia, a quasi quattro mesi del suo inizio? Si tratta di una guerra decisamente strana e confusa, che la Nato combatte contro Gheddafi nel nome della “protezione della popolazione”. A complicarla ulteriormente è arrivata l’ennesima iniziativa unilaterale di Parigi che ha paracadutato armi e munizioni ai ribelli berberi sulle montagne a sud di Tripoli. La notizia è stata resa nota il 29 giugno dal quotidiano Le Figaro che riferiva di aviolanci di armi leggere e anticarro sul Djebel Nefusa e poi confermata dallo Stato maggiore francese.
Giovedì 7 luglio discuterà del rebus libico Arturo Varvelli, ricercatore presso l’ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale) di Milano e autore de L’Italia e l’ascesa di Gheddafi (Baldini Castoldi Dalai editore

Arturo Varvelli
L’Italia e l’ascesa di Gheddafi
La cacciata degli italiani, le armi e il petrolio (1969-1974)
Baldini Castoldi Dalai, 2009
Il 21 luglio 1970 Muammar Gheddafi emanava una durissima legge contro la comunità italiana: confisca dei beni ed espulsione. Quindicimila persone erano costrette a riparare in patria. Gheddafi, fino ad allora uno sconosciuto colonnello ventisettenne, balzava all’onore delle cronache internazionali come colui che aveva liberato la propria terra dalla presenza «coloniale» italiana. Tutto questo a soli undici mesi dal colpo di Stato con cui era salito al potere. La diplomazia e il governo italiano del tempo, con Aldo Moro ministro degli Esteri, rimasero spiazzati: la richiesta mediazione di Nasser, il mentore di Gheddafi, non era mai avvenuta; i nostri diplomatici, seppur avvertiti, avevano sottovalutato il reale pericolo, e tutta la vicenda si profilava, per usare le parole dello stesso Moro, come «un fallimento della politica estera italiana». Sullo sfondo dei primi anni Settanta, in una situazione politica italiana di persistente crisi e con gli Stati Uniti sempre più interessati all’area mediorientale, Roma seppe riallacciare le relazioni con Tripoli. Moro fu realista: scartò le misure di ritorsione e fece fallire i colpi di Stato contro Gheddafi. Dopo il trattato d’amicizia tra Roma e Tripoli del 30 agosto 2008 la storia si ripete. E intanto Gheddafi è diventato un partner indispensabile.