L'alluvione del 1966

Convegno

Il grande cambiamento. Il Trentino degli anni Sessanta

Interviene Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo storico del Trentino

Prosegue a Levico Terme il ciclo di incontri "Il grande cambiamento. Il Trentino degli anni Sessanta".
Venerdì 11 febbraio (ore 20,30, Sala del Consiglio comunale, Via Marconi 6), Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo Storico del Trentino interverrà su "L'alluvione del 1966".
Lamattina del 3 novembre 1966una pioggia eccezionalmente violenta martellò il Trentino. Proseguì, incessante, anche il giorno successivo. L'acqua aveva saturato il terreno e riempito gli invasi delle dighe. Una combinazione micidiale, alla quale si aggiunse la temperatura più alta delle medie stagionali per cui la neve appena caduta iniziò a sciogliersi.
Il 4 novembre 1966 una catastrofica alluvione sconvolse il Trentino, devastando il territorio con una impressionante serie di frane e allagamenti e lasciando un segno profondo nella cultura e nella memoria collettiva. Trento fu allagata. Nella notte, alle 23, gli argini si ruppero all’altezza di Roncafort e il fiume tornò ad occupare il suo vecchio alveo: Via Lavisotto, Via Petrarca, Via Torre Verde, Via Torre Vanga, allagando tutto quello che stava tra il vecchio e il nuovo alveo.
In Valsugana, gli eventi furono assai più drammmatici che nel capoluogo. La violenta e ininterrotta pioggia proseguì anche il 5 novembre. Gli affluenti del fiume Brenta avevano portato a valle una tale quantità di acqua, massi, terra, alberi e detriti, da mutare profondamente la morfologia della vallata. Se qualcosa può meravigliare è il numero limitato di vittime di contro allo sconvolgimento alla devastazione e alle dimensioni del disastro.
Ma da quella devastante alluvione il Trentino risorse a nuova vita. Tutto sembrava perduto, in realtà quello fu un momento di svolta, aprendo una nuova e fortunata fase di sviluppo.


organizzazione: CSSEO Centro Studi sulla Storia dell'Europa Orientale