L'altro sessantotto
Il '68 nel blocco comunista
Quale naturale continuazione del convegno internazionale di studi “La Primavera di Praga. Cinquanta anni dopo”, organizzato a Levico Terme lo scorso 6-7 aprile in collaborazione con il Centro Ceco/Čéske Centrum, il seminario di studi “L’altro sessantotto. Il 1968 nel blocco comunista” intende andare oltre i confini della Cecoslovacchia e indagare altre vicende del blocco comunista in quell’anno. Seguirà un terzo convegno, all’inizio del 2019, incentrato in particolare sulla Polonia. Guido Crainz ha osservato che il 1968 costituisce uno spartiacque nei paesi del blocco comunista poiché rappresenta la conferma definitiva che il “socialismo reale” non era riformabile. I progetti di riforma economica in Unione Sovietica, Cecoslovacchia e Ungheria non producono risultati oltre che incontrare l’opposizione dei conservatori ortodossi, incapaci di liberare l’economia dalle pastoie del Gosplan.
Proprio a partire dai progetti di riforma economica degli anni ’60 in Unione Sovietica e in Ungheria prende il via questo seminario di studi, con le relazioni di Gianpaolo Caselli (Università degli studi di Modena e Reggio Emilia) su “Il tentativo di riforma economica in Unione Sovietica negli anni ’50-‘60”, e di Bruno Dallago (Università degli studi di Trento) sulla “Strategia economica ungherese”. La Romania di Nicolae Ceaușescu, anche per sottrarsi al controllo di Mosca, si trasforma in un Giano bifronte: ammicca all’Occidente sulla scena internazionale mentre attua una severa politica repressiva all’interno. A questo paese si rivolge l’attenzione di Floarea Virban (CAPA Florence & Vanderbilt University-CET), con “L’anomalia del ‘68 rumeno. La sorprendente mossa di Ceauseșcu”.Alessandro Vitale (Università degli studi di Milano), invece, affronta un tema assai poco noto, “Il ’68 e gli anni ’70 nei paesi del Baltico”.
La seconda giornata di lavori sarà aperta da Jože Pirjevec (Univerza na Primorskem, Capodistria), che discuterà su “Jugoslavia, la grande paura”, un paese scosso dai primi fermenti nazionalistici e dalle proteste giovanili. Mario Corti (già direttore dell’Unità Samizdat e del Servizio russo di Radio Liberty), discuterà de “Il ‘68 del samizdat”, mentre Fernando Orlandi (Biblioteca Archivio del CSSEO) affronterà la questione de “La “rivoluzione culturale” in Cina e l’abbagliamento per il maoismo in Occidente”. Concluderà i lavori l’ambasciatore Guido Lenzi con “Alle origini del processo di Helsinki”.
Programma:
23 novembre - inizio ore 15,30
Gianpaolo Caselli (Università degli studi di Modena e Reggio Emilia): Il tentativo di riforma economica in Unione Sovietica negli anni ’50-‘60
Bruno Dallago (Università degli studi di Trento): La strategia economica ungherese
Floarea Virban (CAPA Florence & Vanderbilt University-CET): L'anomalia del ‘68 rumeno. La sorprendente mossa di Ceauseșcu
Alessandro Vitale (Università degli studi di Milano): Il ’68 e gli anni ’70 nei paesi del Baltico
24 novembre - inizio ore 9,30
Jože Pirjevec (Univerza na Primorskem, Capodistria): Jugoslavia, la grande paura
Mario Corti (già direttore dell’Unità Samizdat e del Servizio russo di Radio Liberty): Il ‘68 del samizdat
Fernando Orlandi (Biblioteca Archivio del CSSEO): La “rivoluzione culturale” in Cina e l’abbagliamento per il maoismo in Occidente
Amb. Guido Lenzi: Alle origini del processo di Helsinki
Il convegno è dedicato alla memoria dell’ambasciatore Luigi Vittorio Ferraris, scomparso pochi giorni fa, il 13 novembre.
organizzazione: Biblioteca Archivio del CSSEO