La filosofia e la medicina: le epidemie nel Medioevo
Alessandro Palazzo- Università di Trento
La pandemia di peste del 1347-53, oltre a produrre effetti devastanti sulla società europea del tardo Medioevo, lasciò tracce profonde in tutti gli ambiti della cultura, mettendo a nudo i limiti teorici e pratici della medicina dell’epoca, di cui Boccaccio e fonti a lui coeve tracciano un ritratto impietoso.
Sarebbe tuttavia fuorviante assumere come unico criterio di valutazione della serietà scientifica della medicina tardo-medievale l’efficacia delle sue terapie. Malgrado i suoi limiti strutturali, la trattatistica tardo-medievale sulla peste merita attenzione perché fu un esempio di indagine condotta secondo i canoni esigenti della scienza dell’epoca. I trattati medici sulla peste – i cosiddetti Pestschriften – pur condizionati da alcune circostanze storico-culturali (da un lato il paradigma umorale di matrice ippocratico-galenica allora prevalente valorizzava la complessione individuale, rendendo arduo spiegare le caratteristiche e i meccanismi delle epidemie di peste; dall’altro l’assenza di precedenti storici effettivi – la pandemia di peste giustinianea era troppo lontana nel tempo – ostacolava i tentativi di definizione nosografica della peste), seppero elaborare una serie di modelli teorici, per mezzo dei quali spiegare l’eziologia e descrivere il decorso clinico della malattia.
Gli autori dei trattati basarono le loro affermazioni sull’osservazione diretta e l’esperienza concreta – non pochi medici morirono di peste mentre erano impegnati nella cura degli ammalati –, fecero leva sulle fonti mediche antiche, arabe e latine e dialogarono con la tradizione filosofica. L’eccezionalità della malattia spinse alcuni autori a prospettare modelli inediti di causalità o ad applicare al fenomeno della peste teorie desunte da scienze diverse dalla medicina. Entro questo quadro teorico le misure profilattiche e terapeutiche prescritte da questi trattati, che ai nostri occhi sembrano viziate da ingenuità e superstizione, acquisiscono legittimità e diventano “razionali”.
I Pestschriften forniscono anche un documento del radicamento sociale della medicina tardo-medievale e della sua interazione con le autorità politiche. L'intervento, intende concentrarsi sui trattati trecenteschi sulla peste, esaminare alcuni dei nodi problematici (le cause della peste, il contagio, il decorso clinico) in essi toccati e riflettere sulla loro rilevanza pubblica.
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