La scuola degli spiazzi -Gruppo di lettura - Dallo Stato alla comunità: il mondo di domani

Sarà presente Francesco Codello

Incontri e convegni , Gruppo di lettura

Se siamo in cerca di un paradigma sociale che abbandoni il regno del Leviatano e da utopico diventi topico, allora è alla storia degli esperimenti comunitari esistenti ed esistiti che bisogna guardare, perché sono appunto questi esempi di creazione collettiva che ci fanno capire cosa sia in grado di fare la gente comune, anche con mezzi molto limitati.
Come appare evidente guardando alla storia del pianeta, l'umanità si trova oggi davanti a un bivio: proseguire imperterriti sulla strada dell'atomizzazione individuale e della disintegrazione sociale, oppure deviare verso un nuovo modello di convivenza che sia in grado di reinventarsi il vivere comunitario. Non un semplice progetto politico, dunque, ma una trasformazione sociale radicale che identifica nella comunità il suo nucleo primario. Ovviamente non la comunità chiusa che si pone come totalità escludente, bensì la comunità aperta e solidale che attraverso un processo di autocreazione fonda al contempo un nuovo immaginario, un nuovo ethos e una nuova materialità.
Attraverso numerosi e consolidati esempi di esperienze comunitarie esistenti – come il movimento Sarvōdaya Shramadana in Sri Lanka, l'indigenismo zapatista in Chiapas o la rivoluzione democratica in Rojava – Clark delinea questa nuova idea di comunità costruita sui principi del mutuo appoggio e della cooperazione. Un'opzione concreta che non è solo possibile ma anche necessaria

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Il senso della Scuola degli spiazzi
Trova il tempo per ascoltare, imparerai a parlare.
Trova il tempo per pensare, sarai capace di scegliere.
Trova il tempo di leggere, diventerai sapiente.
Trova il tempo per sognare, potrai sperare.
Trova il tempo per fare una carezza, non ti sentirai inutile e solo.
Abbiamo bisogno di trovare nuovi spazi per il dialogo, capaci di rompere la polarizzazione dentro cui siamo finiti. Dobbiamo mettere in dubbio le cornici che sembrano (meno di quanto crediamo) proteggerci per avventurarci in territorio ignoto - quello che costituisce la base di ogni tensione al futuro - per conoscere l'Altro da noi e percorrere un tratto di strada con lui, sostituendo alla paura la curiosità.