La scuola delle mogli
Stagione di Prosa di Bolzano 2012/2013
La Grande Prosa
Teatro Stabile di Genova
La scuola delle mogli
di Molière
versione italiana Giovanni Raboni
regia Marco Sciaccaluga
scene Jean-Marc Stehlé e Catherine Rankl
costumi Catherine Rankl
musiche Andrea Nicolini
luci Sandro Sussi
con Eros Pagni, Alice Arcuri
Un capolavoro di analisi psicologica intriso di travolgente ironia
A fine febbraio del 1662 il quarantenne Molière sposò la ventenne Armande Béjart, sorella (ma le malelingue dicono figlia) di Madeleine, sua compagna di vita e di palcoscenico. Il giorno di Santo Stefano dello stesso anno, il grande commediografo francese mandò in scena La scuola delle mogli, ritagliando per sé la parte principale, quella dello sfortunato Arnolfo. La straordinaria coincidenza delle date suggerisce una buona dose di autobiografia in questa commedia: Molière non fu un marito felice e la differenza d'età che intercorreva tra il maturo Arnolfo e la sua pupilla Agnese rispecchiava quella tra l'autore e la sua giovane consorte. Ma La scuola delle mogli è soprattutto un classico del teatro di tutti i tempi, una delle commedie di maggior successo di Molière, che conserva ancora oggi tutta la sua attualità grazie alla rilettura di un regista estremamente sensibile ed esperto come Marco Sciaccaluga e alla traduzione del poeta Giovanni Raboni. Un capolavoro di analisi psicologica e comportamentale, intriso di una travolgente "vis comica" nella quale la società francese di allora, assieme agli spettatori dei tre secoli e mezzo seguenti, hanno avuto modo di rispecchiarsi con un misto di paura e di complicità, a causa della "scandalosa" forza del suo assunto narrativo e della originalità con cui vengono definiti i suoi personaggi. "Meglio una moglie ingenua e sciocca che una consorte bella e intelligente" sostiene convinto l'orologiaio Arnolfo, che ostenta la propria sfiducia nelle donne e nell'istituzione matrimoniale. Questi fattori, se combinati insieme, determinano l'inarrestabile proliferazione nella società di una moltitudine di menzogne, d'inganni e d'infelicità. Lo sviluppo della commedia però, dimostrerà al misogino protagonista l'impossibilità di condizionare la mente e la natura umana. All'ingenua Agnese, scelta da lui come consorte, basterà incontrare per un attimo lo sguardo del giovane Orazio per subire una metamorfosi radicale, che sveglierà i suoi sensi e farà nascere in lei la necessità di conoscere e di imparare. "Nutro grandi speranze nella risata del pubblico" affermava Eros Pagni al momento della presentazione dello spettacolo, in cui non poteva che interpretare il ruolo di Arnolfo. La risata in Molière è la chiave per scoprire tante verità e l'interpretazione di Pagni, che torna a Bolzano dopo aver fatto coppia con Ugo Pagliai nel poetico Aspettando Godot, sempre per la regia di Sciaccaluga, è a dir poco travolgente: tra rabbia, ironia, drammaticità, il suo Arnolfo è destinato a restare nella storia delle interpretazioni italiane del teatro di Molière. A vestire i panni della deliziosa Agnese è Alice Arcuri, una delle giovani attrici più talentuose e interessanti della sua generazione.